SILVIA ANGELICI
Umbria

Immigrazione clandestina: a Terni sgominata banda. Proponeva "pacchetti" da 4mila euro

Maxi operazione scattata all’alba. Tre misure cautelari e 25 indagati. A capo dell’organizzazione un egiziano, un italiano e un bengalese. Nei guai imprenditori che facevano false assunzioni

Sgominata gang dalla Polizia

Sgominata gang dalla Polizia

Terni, 6 agosto 2024 -  A Terni è scattata all’alba la maxi operazione delle forze dell’ordine che ha portato all’esecuzione di tre misure cautelari nei confronti di tre soggetti implicati in un giro di favoreggiamento della permanenza e dell’ingresso sul territorio nazionale di cittadini stranieri. Sotto indagine anche altre 25 persone che avrebbero collaborato con la banda.

Il sistema fruttava un compenso individuato secondo una sorta di vero e proprio tariffario che variava a seconda della pratica necessaria per ogni singolo straniero interessato quanto versato alla presunta organizzazione.  Il "pacchetto completo" aveva un costo che si aggirava intorno ai 4 mila euro con pagamenti, a volte in più soluzioni, anche attraverso bonifici, di frequente fatti dall'estero, in particolare dalla Francia. È quanto emerso dall'indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia presso la Procura di Perugia guidata da Raffaele Cantone.

Analizzando la posizione sul territorio nazionale dei diversi extracomunitari, è stato accertato che questi perlopiù richiedevano per la prima volta il soggiorno per asilo politico (o il suo rinnovo), o per protezione sussidiaria, ovvero la trasformazione del permesso di soggiorno di cui erano titolari in quello di lungo periodo CE, attestando falsamente la loro posizione lavorativa attraverso documentazione inerente l'apertura di ditte individuali (oltre 100 partite Iva, la maggior parte delle quali per attività non specializzate di lavori edili o volantinaggio) o rapporti di lavoro subordinato presso le stesse (spesso senza che allo straniero fosse versato alcun contributo), autolavaggi e barbieri, oppure in alcuni casi direttamente alle dipendenze del trentenne egiziano finito ai domiciliari.

Gli inquirenti hanno accertato che tali attività presentavano, di frequente, come sede legale la stessa residenza dello straniero e i sopralluoghi compiuti  non hanno mai riscontrato alcuna ditta presente. Gli stranieri, in altri casi ancora, aprivano una partita Iva in prossimità della richiesta di permesso di soggiorno indicando, una data di inizio dell'attività nell'anno precedente, in modo tale da poter allegare la relativa dichiarazione reddituale. Nelle numerose abitazioni interessate, perlopiù presenti a Terni (alcune, anche nei comuni di Narni, Stroncone ed Arrone), anche se di pochi vani, figuravano residenti decine di extracomunitari. Dall'indagine è emerso che in una casa in pieno centro cittadino di soli 38 metri quadri, in un periodo, sono risultati residenti formalmente 14 persone.