Perugia, 27 agosto 2023 - Meglio il forcone, il profumo della paglia e del fieno, e il contatto con gli animali, rispetto ai social e a smartphone, tablet e computer: le belle storie di Lavinia Bianchini, 15 anni ed Alessio Lucaccioni, 24 anni, unite dal comune denominatore dell'amore per tori, vacche e pecore, sono state premiate a Città di Castello nell'ambito della Fiera di San Bartolomeo, una delle fiere del settore zootecnico più antiche d'Italia, in programma fino a questa sera, domenica 27.
Lavinia e Alessio hanno ricevuto il «Premio Maremma» (in memoria dello storico allevatore Antonio Lucaccioni, detto Maremma) istituito dal Comune di Città di Castello in collaborazione con il Consorzio tutela vitellone bianco dell'Appennino centrale e l'Associazione allevatori dell'Umbria e Marche.
Le storie di Lavinia e Alessio - raccontate dall'ufficio stampa del Comune - sono legate alle loro famiglie, che si tramandano da generazioni la passione per attività agricole ed allevamenti con capi di razza chianina, pecore ed altri animali di qualità, oltre 100 nell'allevamento Francesco Fedeli, nonno di Lavinia, e 30 capi dell'azienda agricola «Gigante» di Alessio Lucaccioni, collegata con la macelleria del padre Cesare. Lavinia Bianchini, 15 anni, frequenta l'Istituto Leonardo Da Vinci di Umbertide, indirizzo Economico sociale.
«Per mia figlia - dice il padre Daniele - la passione e l'amore per gli animali nasce fin da piccola. Con il trascorrere degli anni la passione è aumentata, soprattutto da quando per la prima volta entrò da sola nel ring ad 'Agriumbria’ sfilando con il suo amato Italo, il toro pluricampione che per lei è come un cagnolino».
E lei, la «baby allevatrice» spiega: «Sì forse questa sarà la vita che vorrò fare dopo aver studiato».
«Ho conseguito il diploma di perito meccanico presso l'Itis di Città di Castello - racconta invece Alessio - e dopo essermi diplomato ho iniziato da subito a mettermi in gioco nella macelleria di mio padre per poi successivamente riprendere in mano la vecchia azienda agricola che avevano creato mio zio Antonio (»Maremma«) e mio nonno Aldo, ripartendo completamente da zero. Il mio non è un lavoro ma una passione che mi è stata tramandata e che tramanderò a mio figlio. Una passione - conclude Alessio - che a parer mio dovrebbe tornare più in voga tra i giovani d'oggi : bisognerebbe imparare ad apprezzare da dove viene il cibo che abbiamo in tavola ogni giorno magari attraverso questo lavoro». Il sindaco, Luca Secondi e l'assessore al Commercio e al Turismo, Letizia Guerri, nel sottolineare il bellissimo esempio di vita dei due giovani premiati, hanno evidenziato l'importanza di «un appuntamento immancabile dell'estate a Città di Castello, che rievoca una tradizione della nostra terra che fa parte del vissuto e dell'identità della comunità tifernate».
Fra le star a quattro zampe della Fiera del bestiame di San Bartolomeo, c'è ancora lui, il toro Italo, cinque anni, con i suoi 16 quintali di peso e un'altezza di 1 metro e 90 al garrese di proprietà dell'azienda Francesco Fedeli, nonno di Lavinia.
Maurizio Costanzo