Pd, Anna Ascani: "Solo uniti torniamo protagonisti"

La deputata dem e vicepresidente della Camera: "Bonaccini l’unico in grado di tenere insieme il partito. L’Umbria? Abbiamo tutti le nostre colpe..."

Anna Ascani, deputata del Partito democratico

Anna Ascani, deputata del Partito democratico

Perugia, 13 gennaio 2023 - "Credo che Stefano Bonaccini sia l’unico in grado di tenere insieme tutte le sensibilità del partito e dargli un futuro solido". Anna Ascani, deputata del Partito democratico e vicepresidente della Camera, ha le idee chiare rispetto alle primarie .

Teme che con questo congresso il Pd possa andare incontro all’ennesima spaccatura?

"I candidati sono tutti rispettabilissimi, ma il mio timore è che alla fine il Partito non sia più tale, ma possa ritrovarsi ad essere solo uno dei pezzi da cui è nato. Credo che Bonaccini rappresenti per storia personale e per il modo in cui conduce la campagna elettorale, la possibilità concreta di continuare la storia dei Democratici, cambiando quello che non funziona ovviamente, rinnovando la classe dirigente e dando più spazio ai territori".

Lei ritiene quindi che sia l’unico, in caso di vittoria, a saper tenere uniti i cocci del Pd?

"Sono certa che sarà in grado di farlo perché viene da sinistra ma interpreta la sensibilità riformista come pochi altri e saprà ridare slancio ai Dem da amministratore solido qual è. Tutto serve insomma, meno che un’altra scissione".

Certo però, che Bonaccini era anche il candidato di Matteo Renzi alle scorse politiche...

"Mi stupisco di quante volte Renzi parli di noi. Francamente credo che quello che dice il segretario di Italia Viva sia quasi sempre strumentale: vuole i nostri voti, non certo darci una mano".

E in Umbria come sta il Pd?

"Non tanto diversamente da quello nazionale. I nostri elettori appaiono smarriti di fronte ai nostri litigi e alle nostre incomprensioni. Da noi più che altrove, però, c’è bisogno di unione di intenti visto che c’è un governo di destra che sta portando avanti il suo programma elettorale, per altro riuscendoci: basti guardare cosa sta facendo alla sanità pubblica".

Come intendete contrastare il centrodestra umbro?

"C’è bisogno di un Pd unito, compatto, con una voce sola, forte, inclusivo, che rinunci ai personalismi per fare spazio alla squadra. Su questo purtroppo non siamo andati fortissimo negli ultimi tempi. Si può fare meglio. E comunque ciascuno di noi ha le sue responsabilità".

C’è anche il caso-Perugia, con alcuni circoli che pare abbiano preso una strada diversa dalla linea del partito...

"Francamente spero che tutti quelli che un tempo hanno scelto di stare nel Partito, restino. Anzi, che la comunità si allarghi. Il contrario sarebbe deprimente. Capisco le ragioni di chi non si sente ascoltato e va ascoltato, ma anche qui serve la responsabilità di tutti. È vero che non siamo stati una grande opposizione, ma si può fare meglio solo se si fa un gioco di squadra: deve esserci la volontà da parte di tutti. O facciamo così o rischiamo che il Partito scompaia".

Rispetto a possibili e future alleanze con le altre forze di centrosinistra?

"C’è una questione aritmetica prima che politica: se vogliamo vincere dobbiamo tenere aperte le porte a chi si riconosce nel centrosinistra. Fa bene Bonaccini a farlo perché noi che siamo il perno ma abbiamo bisogno anche degli ‘altri’ pezzi, da soli non andiamo da nessuna parte".

E le alleanze in Umbria?

"Situazione simile: la destra ha vinto, noi abbiamo le nostre colpe. Per tornare a vincere vanno rimessi insieme i pezzi. A livello locale però a volte è più semplice, poiché è più facile costruire programmi concreti, come sulla sanità. Ma prima bisogna rimettere bene in piedi il Pd: se siamo più forti possiamo costruire meglio anche il dialogo con gli altri".

M.N.