Perugia, 23 giugno 2024 – Quanti voti serviranno per vincere il ballottaggio a Perugia? Se andasse al voto la metà degli elettori come accade di norma nelle grandi città (65mila su 130.131), con 32mila preferenze e poco più Margherita Scoccia o Vittoria Ferdinandi potrebbero vincere i supplementari. Sarebbero circa 8mila voti in meno per entrambe rispetto a quindici giorni fa, quando raccolsero tra i 40 e 41mila voti.
Ma è difficile fare previsioni sull’affluenza ai 159 seggi perugini: già l’8 e 9 giugno, in base alla risposta delle piazze si pensava di eguagliare o addirittura superare quel 70 per cento del 2014 e 2019. E invece alla fine alle urne sono andati il 65 per cento degli elettori, 3 mila in meno di cinque anni prima. Per questo motivo la campagna elettorale di questo ballottaggio si è giocata moltissimo sull’appello a far tornare al voto tutti i propri sostenitori: chiunque riuscisse a portarne così tanti al seggio, diventerebbe sindaco senza problemi. Ma il calo ci sarà come c’è sempre stato: le centinaia di candidati a un posto in Consiglio infatti spesso non si rimettono in moto (specialmente quell che sono restati fuori dall’Assemblea consiliare) e tantissimi perugini oggi e domani staranno quindi a casa o se ne andranno al mare, incuranti di quello che accadrà lunedì pomeriggio.
Ricordiamo allora prima di tutto gli schieramenti, spiegati bene nella scheda elettorale fac-simile che si trova qui sotto: sono al ballottaggio, infatti, Margherita Scoccia, candidata del centrodestra e civici (Fratelli d’Italia, Fare Perugia - Forza Italia con Romizi, Lega, Perugia civica, Progetto Perugia, Udc, Futuro Giovani, Perugia Amica), e Vittoria Ferdinandi, sostenuta dal campo largo del centrosinistra e da alcune liste civiche (Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Perugia Pensa che comprende anche Azione, Orchestra per la Vittoria, Anima Perugia, Perugia per la sanità pubblica). Margherita Scoccia, assessore all’urbanistica uscente, nel primo turno ha totalizzato il 48,29%, mentre Vittoria Ferdinandi si è fermata al 49,01%. Nelle ultime settimane, non solo in questi ultimi giorni, i toni nei due schieramenti si sono inaspriti, al limite delle offese e delle denigrazioni reciproche.
Molto è accaduto sui social da parte di fans dell’una o dell’altra candidata, ma spesso anche personaggi politici di primo piano, candidati e non, ci hanno messo del proprio, facendo risultare questa come una delle campagne elettorali più brutte mai viste da queste parti: sono saltati schemi e lucidità e si sono evocati spettri come il ‘bene contro il male’, le teorie gender, la farina di insetti, i saluti fascisti, i comunisti col rolex e chissà cos’altro ci è sfuggito. C’è stata però anche una risposta delle piazze mai vista per una corsa a sindaco a Perugia, segno di una contesa molto sentita – è vero – ma che darà alla nuova sindaca una città letteralmente spaccata in due. E che non sarà semplice governare.