Perugia, 17 novembre 2024 – L’attesa come ogni elezione che si rispetti, è grande. Domani sera intorno all’ora di cena sapremo chi governerà l’Umbria fino al 2029: sarà il centrodestra guidato dalla leghista Donatella Tesei o il centrosinistra della civica Stefania Proietti? Bella domanda sì, alla quale ovviamente non è semplice oggi rispondere. Qualche ipotesi però per immaginare lo scenario della consultazione si può fare.
A iniziare dal voto delle Europee di giugno. Quello è solo una base di partenza, un’indicazione di massima, sulla quale però si può ragionare. Il centrodestra (senza Alternativa popolare di Bandecchi) in Umbria mise insieme il 47,83% delle preferenze, con Ap invece sarebbe arrivato al 49,67%. Il centrosinistra (con i simboli di Azione e Italia Viva ognuno per proprio conto) ha toccato il 46,54%.
Incognita Bandecchi
Detta in questo modo, insomma, pare proprio che a fare la differenza possa essere proprio Bandecchi con il suo pacchetto da 7.245 voti (1,8 per cento). Sarà davvero così? I voti del sindaco di Terni sposteranno davvero gli equilibri? Forse, ma bisognerà vedere da che parte, dato che le sue ultime uscite (“io i voti me li compro”) qualche perplessità l’hanno suscitata.
I singoli partiti
Marco Rizzo in Umbria 5 mesi fa raccolse 3mila preferenze circa (0,79%) ma pare che qualcuna in più possa metterne insieme stavolta. Poi c’erano le oltre 9mila di Michele Santoro (9.288) che chissà stavolta dove finiranno (molte nell’astensionismo probabilmente). Ecco questo è il quadro più recente. Entrare poi nel merito dei singoli partiti appare un esercizio meramente stilistico, dato che le liste civiche e i singoli candidati a volte spostano pacchetti di voti importanti in elezioni come questa. Basti guardare il confronto tra l’esito del voto europeo e quello delle comunali a Perugia: le “forbici” sono state piuttosto ampie. Il voto d’opinione, insomma, conta ma fino a un certo punto.
Tesei: il vantaggio
C’è un altro elemento non secondario: chi governa di solito parte avvantaggiato per mille motivi diversi. E quindi la coalizione di centrodestra parte in vantaggio, non c’è dubbio. Ripresenta quasi tutta la squadra del 2019 e punta sulla continuità. I ribaltoni in politica però non sono così rari, ma neanche così frequenti.
Tesei: il tasto dolente
Il tasto dolente per Tesei & Co. è la sanità, ma vale per lei come in tutte le altre regioni (in Emilia Romagna non s’è parlato d’altro in campagna elettorale). Ci sarà da capire se gli elettori le daranno un’altra possibilità oppure no (ci sono territori come Spoleto davvero ‘arrabbiati’): questo è davvero il discrimine per la governatrice e la sua coalizione che ha messo in un cassetto due mesi fa l’assessore veneto, Luca Coletto, cancellato letteralmente da qualsiasi appuntamento.
Una specie di referendum per dirla tutta. La sua campagna elettorale è stata fatta bene, su argomenti come turismo o aeroporto Tesei si è conquistata la fiducia di tanti. Elementi che peseranno, eccome. Ma fino a che punto? E quale sarà poi il rilievo che ha avuto il tartufo-gate con l’assessora Paola Agabiti?
Fattore astensionismo
Peserà anche il fattore astensionismo: chi premierà e chi penalizzerà? Bella domanda. La sensazione è che andranno al voto solo i ‘tifosi’. Ultimamente gli elettori di centrodestra sono affezionati, fedeli e presenti, mentre in Umbria quelli di sinistra – tranne che per la sindaca Vittoria Ferdinandi – hanno smesso da un po’ di votare.
Stefania Proietti
Li avrà convinti Stefania Proietti ad andare alle urne? Certo, il centrosinistra ha subìto le picconate di Giuseppe Conte (vedremo se sarà ancora flop per i Cinquestelle), mentre il Pd a Perugia ha accentrato tutto su un paio di candidati che saranno eletti, è vero, ma lì c’è forse un pezzo di partito che non ha lavorato (e il capoluogo di solito è decisivo per stabilire il vincitore). Per non dire delle posizioni incerte della Proietti su alcuni temi come l’aborto.
La campagna elettorale
Diciamo inoltre che questa campagna elettorale è stata “moscetta”, forse per colpa - ma non solo - delle comunali e delle Europee che l’hanno preceduta: l’Umbria in pratica è in campagna elettorale da un anno e sia gli elettori che i candidati sono apparsi un po’ stanchini. Infine, un esperto e appassionato di calcoli elettorali (che di solito c’azzecca), al termine di una serie di conteggi, algoritmi, equazioni e radici quadrate, ci ha detto che le due contendenti sono divise soltanto da 1.500 voti, 16 per ognuno dei 92 Comuni. C’avrà preso anche stavolta?