Assisi (Perugia), 19 novembre 2024 – Empatici e pronti al dialogo, sgranano gli occhi per poi svicolare col passetto rapido e il breviario in mano, i frati della basilica di Assisi. Quasi scandalizzati dalla domanda se siano stati loro l’asso nella manica della sindaca Stefania Proietti, simbolo della riconquista dell’Umbria da parte del centrosinistra, ago della bilancia nella sfida vinta da Schlein e dal campo larghissimo al meglio dei tre set (agli annali la scontata vittoria in Emilia Romagna e una bruciante sconfitta in Liguria).
Eppure i frati che, pur giustamente, professano la loro indipendenza dal potere politico, qualcosa c’entrano. O meglio c’entra il mondo cattolico, l’universo scout, la città della pace che aveva sposato la causa della sindaca, considerata figura vicina ai valori cristiani e al messaggio francescano.
Proietti si è fatta bandiera di un forte legame con la spiritualità di San Francesco e la sua campagna elettorale è stata associata al sostegno simbolico di alcuni leader ecclesiastici, come i vescovi di Assisi e Perugia. Anche se per provare a mettere a tacere il cancan mediatico ci aveva pensato un intervento della Conferenza episcopale umbra, ribadendo che i vescovi “non hanno candidati” e che eventuali impressioni dovessero essere considerate non rappresentative di un coinvolgimento diretto della Chiesa.
Di quelle 27mila anime che popolano il Comune, solo 5mila vivono ancora nel borgo ormai espugnato dai turisti. Assisi nel 2023 ha registrato numeri da record, con circa 1,4 milioni di pernottamenti e un flusso totale stimato in circa 3 milioni di visitatori tra escursionisti e pellegrini.
Festeggiano in questa giornata speciale gli assisani o assisiati? Per quanto cortesi sempre molto riservati, non si sbilanciano più di quel tanto convenga.
Il sorpasso di Proietti sulla candidata di centrodestra, la governatrice uscente Donatella Tesei, avviene nell’ora che volge al tramonto, dopo un testa a testa che aveva generato una suspense spenta poi sulle facciate dei palazzi in pietra rosa del Subasio baciati dagli ultimi raggi di sole.
Come nelle migliori tradizioni, tra i commercianti c’è chi reclama più sicurezza, mostrando il video di un furto consumato nella notte precedente, chi chiede una politica di destagionalizzazione dei flussi più incisiva, che qui dalla Befana a Carnevale dalla folla si passa ad accarezzare i fantasmi. Governare logora: ad Assisi la distanza tra Proietti e Tesei è di due punti, dieci a Perugia.
Ieri, ignari della giornata decisiva per la politica umbra, manciate di pellegrini (tantissimi ispanoamericani) continuavano nel loro lento brulicare spaesato da tanta bellezza. In uno slalom tra negozietti storici – sempre meno – e tanta paccottiglia, souvenir da bancarella.
Qual è stata la carta vincente della sindaca? Lo chiediamo in giro. E le risposte non sorprendono. Dalla sua intraprendenza ai rapporti con il mondo ecclesiastico ai suoi legami internazionali intessuti negli anni.
Era diventata sindaca nel 2016. Poi? “Per Assisi non ha fatto nulla”, non lesinano critiche nei vicoli storici della città. “Ha speso un sacco di milioni per rifare le strade di montagna”, “Io l’avevo salvata nel primo mandato quando c’era stato il terremoto e la pandemia”.
Eppure la maggioranza degli umbri che hanno votato (il 52% e spiccioli) ha scelto lei. E c’è chi già la rimpiange da sindaca. “Il prossimo anno c’è il Giubileo, la canonizzazione di Carlo Acuris, poi nel 2026 gli ottocento anni dalla morte di San Francesco, c’era bisogno di lei che ha esperienza nella gestione dei pellegrini”. E c’è chi pensa che da Palazzo Donini, la sede della giunta regionale a Perugia, potrà dare una mano in più ad Assisi.
“Perché il cuore dell’Umbria siamo noi: Assisi ha tutto”. Specialmente quella luce straordinaria che riflette sulla basilica di San Francesco. Lo dice Leonardo prendendo un boccone di rocciata di Assisi, un dolce di mele, tipo strudel, ma guai a chiamarlo strudel. Qui te se magnano.