Anche se la sconfitta era preventivabile, non manca il rammarico per la sconfitta subìta dal Gubbio al "Barbetti" contro la capolista Pescara. "Alla fine il risultato è quello che conta, a prescindere da giusto o non giusto. Secondo me abbiamo fatto buonissima partita almeno fino all’espulsione che ha cambiato le sorti della gara. Stavamo facendo la partita che volevamo fare, tenendo bene il campo e rendendoci anche pericolosi contro la prima in classifica". Questa l’analisi post partita di mister Taurino, che vede segnali più che positivi anche analizzando i vari reparti: "Secondo me la squadra ha giocato bene fino al rosso e ha reagito bene al cambio modulo: non volevo lasciare solo l’attaccante, giocando con le due punte ci ha dato qualcosa in più; eravamo corti a centrocampo, con Proietti che non giocava da tempo e Franchini che aveva fatto qualche minuto nelle ultime due partite. Fino a ieri pensavo di avere Rosaia a disposizione che alla fine non se l’è sentita, quindi abbiamo deciso di adattare David chiedendogli di darci qualche strappo in più partendo da più interno e l’ha fatto bene: In difesa, a quattro Rocchi e Signorini possono giocare insieme, a tre è diverso, mentre D’Avino sta diventando una certezza. C’è dispiacere ma come sempre vogliamo ripartire dalle tante cose positive che secondo me si sono viste, perché in parità numerica siamo stati all’altezza di una squadra prima in campionato". Ripartire, dunque, e lavorare sul campo per limare gli errori tecnici ma anche psicologici. Tornando poi sull’argomento della quantomeno dubbia espulsione, il tecnico rossoblù non cerca alibi: "Ho perso il momento dell’impatto, l’arbitro ha visto un fallo da espulsione senza l’intenzione di prendere la palla. Lo rivedrò dopo, ma sicuramente quel rosso ha inciso sul senso della gara. Purtroppo, ed è un problema perché si sta ripetendo ormai con un po’ di continuità o, rimanere in dieci contro squadre forti di suo diventa difficile. Non dobbiamo pensare che gli arbitri ce l’abbiano sempre con noi, sarebbe un pensiero sbagliato e da folli, oltre al fatto che per me non è vero che siamo bersagliati".
Federico Minelli
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