Una stagione nata storta che la società di Faroni conta almeno di salvare. Il Perugia non sarà uno squadrone, ma sicuramente non ha un organico da ultimi posti. Ora, al di là del nome in panchina, toccherà alla squadra dare un segnale.
Il Perugia ha iniziato il campionato con Massimiliano Santopadre ancora alla guida della società. Il 7 settembre il passaggio delle quote societarie a Javier Faroni. In panchina c’è Alessandro Formisano, esonerato dopo undici partite nelle quali ha collezionato tre vittorie, quattro pareggi e quattro sconfitte. Fatale quella rimediata in casa contro il Milan Futuro. Il Perugia decide di cambiare in panchina e arriva Lamberto Zauli costretto a due trasferte ravvicinate in poche ore, sul campo della Torres e poi a Legnago.
Il 28 novembre la proprietà di faroni decide di chiamare in società il dirigente Mauro Meluso, il quale insieme a Jacopo Giugliarelli ha il compito di seguire la parte sportiva del Perugia. Il cammino dei biancorossi cambia al Curi ma non decolla in trasferta. Anzi, lontano dallo stadio di Pian di Massiano i biancorossi arrancano, ma Zauli ha l’attenuante dell’emergenza senza fine che devasta la settimana di lavoro dell’allenatore biancorosso.
Dopo l’amara trasferta di Lucca, con la squadra in vantaggio e poi rimontata fino al sorpasso, la società biancorossa si è presa una notte per riflettere fino alla decisione di ieri mattina con l’esonero di Zauli e l’arrivo in biancorosso di Vincenzo Cangelosi. Terzo allenatore per guidare una squadra che avrebbe bisogno di essere responsabilizzata di più. Vediamo se il terzo tecnico riuscirà nell’impresa.
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