Fabio Calagreti è il nuovo presidente del Città di Castello. Nella tarda mattinata di ieri, con la formalizzazione dell’accordo nello studio del notaio Marco Fanfani, è diventato ufficiale il passaggio di consegne tra Paolo Cangi ed il nuovo proprietario del club biancorosso.
Tifernate purosangue, da sempre nel mondo del calcio a svariati livelli e con molteplici ruoli (tra gli altri, direttore sportivo, team manager nonché presidente del Città di Castello che vinse il campionato di Promozione 2006-2007), Calagreti assume le redini del comando in un momento difficilissimo per la massima espressione calcistica cittadina.
Con quali motivazioni e quali propositi è lui stesso a spiegarlo: "Sono affezionato al Città di Castello e non mi rassegno all’idea che lo stesso sia condannato ad una fine ingloriosa e con quest’espressione non intendo una retrocessione ma qualcosa di molto più grave, come un fallimento o la radiazione. Supportato dall’imprenditore albanese Artan Zogu, sto cercando di coinvolgere nel progetto forze imprenditoriali locali per creare una sorta di comitato di sostegno che possa garantire un futuro al club".
Si chiude dunque una fase della storia del Città di Castello, con un bilancio sportivo che definire pessimo è un eufemismo. Nell’estate 2022 un nuovo gruppo dirigenziale acquisisce le redini del club: ne fanno parte, fra gli altri, Piero Mancini (ex numero 1 dell’Arezzo) e Cangi, che assume la carica di presidente e che nella prima intervista rilasciataci dichiara spavaldo che non avrebbe firmato per il secondo posto: al termine del torneo, il Città di Castello retrocede dalla D in Eccellenza.
Mancini si disimpegna prima parzialmente poi totalmente, la società incontra sempre maggiori difficoltà, la squadra stenta nel torneo regionale e si salva solo ai supplementari dello spareggio play-out contro lo Spoleto.
L’attuale stagione è un incubo per i tifosi (la presenza di pubblico alle partite è ormai ai minimi termini, addirittura 59 paganti): una rosa di giocatori raffazzonata e sconclusionata, gente che va e gente che viene senza soluzione di continuità, allenamenti a Palazzo del Pero, sconfitte anche per 6-0 e 7-0 con avversari che sembrano pure non voler infierire, match disputati con un portiere classe 2009 e nessun dodicesimo in panchina, ultimo posto in classifica con la miseria di 6 punti dopo 14 gare e la salvezza diretta che appare come un miraggio già a metà dicembre.
Il pallone è maledettamente sgonfio a Città di Castello ed in queste condizioni vederlo ancora rotolare diventa il primo obiettivo da raggiungere.
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