REDAZIONE UMBRIA

"Insulti sessisti all’arbitro donna Finalmente la maxi-squalifica"

Elena Proietti, ex direttore di gara e oggi assessore del Comune di Terni "Vicina alla giovane collega"

"Dieci giornate di squalifica per insulti sessisti? Se fossero stati puniti ai miei tempi forse oggi non giocava più nessuno". La ‘battuta’, fino ad un certo punto, è di Elena Proietti (nella foto), nella doppia veste di assessore allo sport del Comune di Terni ed ex arbitro di calcio. C’è anche una terza veste: vittima della violenza sul campo di gioco, aggredita da un calciatore dilettante con un pugno al volto. A riportare a galla la violenza, stavolta solo verbale, contro un arbitro donna è la squalifica, di dieci giornate, inflitta adesso dal giudice sportivo ad un calciatore di prima categoria che al termine di una gara di Coppa Primavera di prima categoria ha rivolto insulti sessisti alla direttrice di gara. L’arbitro è Diletta Ciommei; la partita teatro dell’ennesimo episodio di sessismo è San Gemini Sport -Real Avigliano, terminata per la cronaca 3a2. Squalificato un giocatore della Real Avigliano che "dopo aver stretto la mano all’arbitro in maniera sarcastica – si legge nel verbale della Fgci-Lega nazionale dillettanti dell’Umbria -, proferiva al suo indirizzo reiterati insulti sessisti, dichiarando di vergognarsi del fatto che un arbitro donna potesse aver diretto una sua partita. Nonostante i compagni di squadra cercassero di allontanarlo, proseguiva con gli insulti invitando la predetta a smettere di arbitrare in quanto il calcio non è per le donne". "Sono contenta che ci sia adesso questa attenzione nel punire gli insulti sessiti - sottolinea l’assessore Proietti - che sono da sempre molto comuni e decisamente frequenti nei campi di calcio. Ai miei tempi però non venivano sanzionati ed erano trattati come ‘normali’ insulti. Ripeto, erano talmente frequenti gli insulti sessisti che se fossero stati sanzionati, oggi veramente non giocava più nessuno. Esprimo piena solidarietà e sono vicino alla collega Diletta Ciommei, che tra l’altro è figlia d’arte: la mamma è stata una delle prime donne arbitro nell’Aia". La stessa Associazione italiana arbitri che, qualche anno fa, ha tolto la tessera all’ arbitro Elena Proietti, al culmine di una polemica nata e deflagrata proprio nella gestione di quel caso di aggressione. Il calciatore che la colpì con un pugno al volto venne assolto in sede penale ma rimediò 5 anni di squalifica.

Stefano Cinaglia