
Alex Gaucci e Federico Giunti (Crocchioni)
Perugia, 6 giugno 2016 - «QUESTA E’ STATA casa mia per così tanto tempo che è impossibile per me e per la mia famiglia dimenticare Perugia e per Perugia dimenticare i Gaucci». Alessandro Gaucci (nella foto con Federico Giunti), oggi direttore sportivo del Marbella («il proprietario è un russo appassionato di calcio con quale c’è stato subito feeling»), ricorda. Le scommesse vinte, i successi, il finale amaro che ancora non ha digerito, le scelte rivoluzionarie che ancora fanno parlare del suo Perugia. Parla di Bucchi e di Goretti. L’ex del Grifo arriva a Perugia in occasione del Festival del Calcio e dello Sport, la gente lo ferma, gli stringe la mano, gli chiede una foto. Dove eravamo rimasti? «Eravamo rimasti quasi in serie A – ricorda con un velo di amarezza – La vita a volte fa scherzi strani, la maggior parte della gente non può sapere cosa sia passato sulla nostra pelle. Tutto quello che c’è stato dietro non lo sapremo mai, tutto quello che è successo possiamo solo immaginarlo. Abbiamo sicuramente fatto il massimo per portare il Perugia ai livelli più alti. Abbiamo segnato una tappa importante del calcio, abbiamo cambiato il modo di pensare. In quegli anni certe scelte, certe decisioni, facevano rumore e scalpore». Il colpo più importante della gestione Gaucci? «I numeri dicono Nakata, non solo dal punto di vista calcistico, ma anche come ritorno a livello commerciale, sia per il Perugia che per la città. Abbiamo fatto conoscere Perugia in tutto il mondo». C’è qualcosa che non rifarebbe? «Rifarei tutto fino all’ultimo, lotterei ancora per salvare una realtà che non meritava di scomparire». Gaucci, il ritorno a Perugia, il calcio in Italia. «Nella vita mai dire mai, ma il calcio oggi in Italia non è bello come un tempo quando c’erano le sette sorelle. Il livello è più basso, ma vedo comunque tanti investitori interessati al nostro calcio». Il Perugia ha preso Bucchi... «Mi ricordo quando arrivò: era un ragazzino che veniva dall’Eccellenza, decidemmo con Castagner di farlo debuttare con la Lazio e dopo sei minuti fece gol. E ha poi fatto una bella carriera». Si aspettava Goretti direttore sportivo? «Deve migliorare, non ha fatto ancora niente. Deve andare almeno in serie A». E Santopadre? «Non ho mai avuto il piacere di conoscerlo, ha fatto un grande lavoro nel riportare il Perugia in serie B». Cosmi è in finale play off col Trapani. «Non avevo dubbi, ha fatto cose incredibili, quando lo presi mi fecero fritto per mesi. Per fare grandi imprese ci vogliono rischio e coraggio».