FOLIGNO – Il siparietto tra l’ex presidente del Foligno Renato Colavita, il direttore generale Pierluigi Petritola e l’amministratore delegato Gianfranco D’Angelo, ha segnato un’altra delle tante brutte pagine della storia calcistica del sodalizio biancazzurro. Siparietto acceso nei toni e mortificante, durante il quale sono volate parole grosse e offensive. Evitando di entrare nel merito di chi ha ragione e chi ha torto le considerazioni sono d’obbligo. Perché, non più tardi di quindici giorni fa, in occasione della conferenza stampa presso l’azienda di Colavita, convocata per fare luce sulla posizione di Monaco e sulla contestazione dei tifosi dopo il pareggio con la Sangiovannese, l’allora presidente, D’Angelo e Petritola all’unanimità avevano sostenuto che: "La società è compatta, il nostro obiettivo è quello di ricompattarci con i tifosi e la città". E ancora. "Nel ricordare che fin qui, nonostante le difficoltà siamo riusciti a sanare la pesante situazione economica ereditata. Per cui è prematuro essere messi sotto accusa. Certo, potremo aver commesso degli errori che qualora dovessero ripresentarsi cercheremo di risolverli". Eppure martedì tutto è cambiato e sono volate accuse. C.Lu.
SportTerremoto Foligno, restano interrogativi