Tommaso Strambi
Viareggio

Anche il ribelle Giacomo Puccini era un “trapper”

La società dei like e dei followers ad ogni costo e la necessità di dare risposte sorpredenti ai giovani

Il compositore Giacomo Puccini

Il compositore Giacomo Puccini

Viareggio, 9 giugno 2024 – «Houston, abbiamo un problema». E, forse, non solo uno a dir la verità. Ma non disperiamoci più del dovuto. E, soprattutto, non ci facciamo sovrastare dalle paure e dalle angosce, care a chi grida «al lupo, al lupo» per nascondere la propria inadeguatezza a trovare una soluzione. A dare una risposta sensata ad una richiesta di ascolto. Perché in fondo di questo si tratta. C’è una generazione, nativa digitale, che misura tutto in base al numero di like oppure al numero di visualizzazioni e alla capacità di realizzare contenuti capaci di “spaccare“ (diventare “virali”) e ottenere fama al di là della propria cerchia di amici.

Essere Bro o non esserlo. Questo è il dilemma, potremmo dire parafrasando la celebre frase dell’Amleto di William Shakespeare. Un dilemma che attanaglia non solo quella generazione. E qui nasce il problema. Sì, perché ad arrovellarsi c’è tutto un mondo di “boomers“ (che comprende i nati tra il 1946 e il 1964) che anziché dialogare e preparare quei giovanissimi a occuparsi in prima persona della comunità che li circonda o dello sviluppo del mondo, prova in tutti i modi a non ’’arretrare“ dalla propria posizione di potere (e privilegio) utilizzando lo stesso metro di misura di like, followers e ’’viralità“. Ora il rischio potrebbe essere quello di circoscrivere tutto ad una lettura sociologica cadendo nel tranello di sottovalutare o di applicare categorie superate dalla storia. Quello che accade al Varignano con i giovani protagonisti di video e sfide estreme (challenge) non richiede una risposta securitaria (che pure piace indistintamente a destra o sinistra, seppur con sfumature diverse). Ma richiede, al contrario, la capacità di sorprendere quei ragazzi con una risposta spiazzante. Offrire loro la possibilità di liberare le energie in progetti che li vedano protagonisti all’interno della comunità. Occorre in altre parole cambiare completamente paradigma: rovesciare la prospettiva e farli diventare attori (’’virali’’ e “bro“) al di là dei social (che restano solo una realtà virtuale). Ognuno di loro ha delle potenzialità da far esplodere. Se il modello che forniamo è quello della “fama“ costi quel che costi o se, invece, anziché giudicarli decidiamo di metterci in ascolto offrendo loro delle chance concrete, lo scenario potrebbe cambiare profondamente. Pensate a quanto è stato innovativo (e ribelle) Giacomo Puccini nella musica. Ecco, forse, tra loro c’è qualche artista che se fosse messo nelle condizioni di seguire le proprie inclinazioni potrebbe diventare ’’virale“ anche senza ricorrere alla violenza, al sopruso e alle minacce. Serve coraggio? Sì. E anche la volontà di non illudere e illudersi come hanno fatto alcuni boomers “ai loro tempi”, negli anni Settanta.