REDAZIONE VIAREGGIO

Sessant’anni fa nasceva il mito Bussola

Carosone inaugurava la gestione Bernardini. E partì l’epopea / LA FOTOGALLERY DELLE LEGGENDE SUL PALCO

L'orchestra di Renato Carosone alla Bussola nel 1956

L'orchestra di Renato Carosone alla Bussola nel 1956

Marina di Pietrasanta (Lucca), 5 giugno 2015 - Sessant'anni fa oggi. Il 5 giugno 1955 a Focette inizia l’era della Bussola targata Sergio Bernardini. Era la geniale intuizione di un vero uomo dello spettacolo che aveva avuto come regalo di Natale del 1954 l’affitto di questo locale dal proprietario Alpo Benelli.

Per la verità in quell’anno non andava bene, la Bussola. Ma Benelli aveva capito che l’unico che poteva rilanciarla era il giovane e dinamico Bernardini che dal 1948 a quel momento aveva fatto grandi Capannina del Marco Polo, Gatto nero, Caprice e Carillon. Sergio lo sapeva anche se forse non immaginava che quel locale sarebbe entrato nel mito come lui e come l’intera Versilia. Quella ruggente per davvero, che ancora oggi rimpiangiamo.

Per la serata d’esordio Sergio chiamò Renato Carosone e la sua mitica orchestra. Carosone, che stava vivendo uno dei migliori momenti della sua carriera, non fu facile da convincere. Non voleva proprio saperne. C’era la concorrenza di Bruno Quirinetta alla Capannina e di Peter Van Wood a Viareggio. Ma ci pensò Bernardini portando l’offerta dell’ingaggio da 90mila lire a sera a 160mila lire. Carosone resterà molto legato al locale di Bernardini tanto da sceglierlo per il suo ritorno nel 1975, quindici anni dopo il suo addio alle scene.

La Bussola diventò così da quel lontano 1955 a uno dei locali alla moda, punto d’incontro per i vecchi e i nuovi ricchi dell’Italia del boom. Anche i componenti dello staff del locale diventano famosi come le star della musica, soprattutto il direttore di sala Aldo Bellandi e lo chef Carletto Pirovano. Nell’arco di un decennio sul palco della Bussola passano quasi tutti i grandi protagonisti della musica leggera italiana e internazionale, da Louis Armstrong a Neil Sedaka, dai Platters ad Adriano Celentano, da Peppino Di Capri a Don Marino Barreto jr, a Milva, Ella Fitzgerald, Domenico Modugno, Gilbert Bécaud e tantissimi altri.

Ma è per l’intuizione di Sergio che da Mina Mazzini è diventata Mina. Lei che in quel locale ci veniva da spettatrice, dove si esibì per la prima volta per gioco di fronte agli amici per poi consacrarsi come artista internazionale. E in Bussola nel 1961 che nasce l’amore tra Gino Paoli e Stefania Sandrelli. Uno dei tanti flirt che l’atmosfera di quel ritrovo suscitava. C’è stata anche una parentesi drammatica come quella del San Silvestro 1968, con la contestazione e gli incidenti. C’è stato poi l’addio di Sergio Bernardini dopo 23 anni e il suo approdo a Bussoladomani.

Poi il passaggio di proprietà del locale alla famiglia Guidi, anni e stagioni importanti seguiti da periodi di alti e bassi. Da chiusure e riaperture, come quella dello scorso fine anno. Il nipote di Sergio Bernardini, Marco, ha proposto di realizzare lì un museo della musica internazionale. Ma in ogni caso il ricordo di quelle stagioni ruggenti iniziate il 5 giugno 1955 resterà eterno.