Viareggio, un'altra giornata amara

Il presidente dei bianconeri Domenico Filippelli, ricorre al Consiglio di Stato

Calcio

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Viareggio 7 agosto 2014 - Terzo ceffone. Ma il presidente del Viareggio, Domenico Filippelli — al secondo secondo mese nella (scomoda) posizione di numero uno della società — non si rassegna: dopo che anche il Tar del Lazio ha respinto il ricorso della società bianconera, il massimo dirigente ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato. «Voglio dimostrare che il Viareggio non ha una ma tutte le ragioni di questo mondo per essere ammesso al campionato di Lega Pro. Non mi fermo: dovranno riscrivere le regole del calcio, i miei legali hanno dimostrato la fondatezza del ricorso ma i giudici continuano a rispondere picche».

Filippelli è un fiume in piena: «Nelle prossime ore aspettatevi altre comunicazioni: io sono sempre convinto che con una proceduta d’urgenza il nostro ricorso possa essere discusso e accolto. Il Tar per il momento ci ha detto no nel merito ma non nelle motivazioni». In pratica anche per il Tar le fidejussioni presentate dal Viareggio non erano tali da poter avere il via libera per l’iscrizione al campionato, la prima (ma per la verità, c’è anche una numero zero che doveva arrivare da una banca straniera....) garantita dalla Confidi ma non accettata perché doveva essere fornita da un istituto di credito e non da una finanziaria; la seconda, quella della Banca popolare di Vicenza, che per gli ispettori della Covisoc è «falsa». «Noi siamo stati vittima di una truffa — ha sottolineato ancora Filippelli —: lo ripeto, io sono il presidente del Viareggio e voglio fare calcio in questa città. Se me lo concedono, io sono disponibile». E così mentre il calcio «normale» — quello che si prepara al campionato con amichevoli e Coppa Italia — è pronto a scendere in campo, quello bianconero è sempre dietro a capire se ha ancora una speranza di esistere nella prossima stagione. Nonostante tutte le sconfitte legali, però non si rassegna. Vedremo quando verrà scritto l’ultimo capitolo.