Viareggio, 22 dicembre 2013 - SONO battagliere. Con quella grinta inesauribile che solo le donne riescono a cacciare fuori, quando serve. E ne serve molta: «Ma statene certe, usciremo da questa situazione». E’ Lucia Guidi ad alzare la voce nel brusio squillante della partecipata assemblea al terzo piano della Camera del Lavoro per tranquillizzare le sue colleghe.
E’ lei la portavoce delle lavoratrici degli appalti di pulizia e sorveglianza nelle scuole statali della Versilia. «Le bidelle», sintetizza pragmatica. Donne, mogli, mamme, a volte single. Lavoratrici, con la sacrosanta necessità di vedere un futuro di fronte. Ed è sempre Lucia lei a spiegarci sinteticamente quello che sta avvenendo nel pianeta delle scuole, elementari e materne: «I contratti di oltre cento lavoratrici della Versilia rischiano seriamente di essere dimezzati», dal 30% al 60%; a seconda dei circoli didattici. In alcuni casi sotto la soglia della povertà.
MA OLTRE la questione occupazionale, tutt’altro che secondaria, a preoccupare il referente della Cgil Massimiliano Bindocci è anche «il futuro della scuola pubblica — dice — che rischia di ritrovarsi sporca e abbandonata». Da una parte il Governo centrale sembra aver compreso — dopo la manifestazione del 12 dicembre — la complessità del problema; decidendo così di stanziare risorse aggiuntive per gennaio e febbraio assicurando le medesime condizioni economiche alla nuova ditta che con gara Consip si è aggiudicata l’appalto. Dall’altra parte però l’azienda che ha vinto la gara, la tedesca Dussmann Service, intende proseguire con il taglio delle ore, indipendentemente dallo sforzo del governo. E già dal primo gennaio. «E questa è davvero una situazione allucinante — sottolinea Bindocci —. Perché nonostante le risorse aggiuntive ottenute da Roma, anche e soprattutto grazie alle mobilitazioni, la Dussmann intende procedere con il taglio consistente delle ore per il personale. Questo ovviamente vanificherebbe tutti gli sforzi fatti fino ad ora, e la possibilità di trovare una soluzione definitiva nei prossimi due mesi».
DOMANI l’azienda incontrerà la Direzione Regionale del Lavoro, al fine di attivare la procedura di cambio di appalto, e il sindacato della Cgil ha organizzato un presidio per scongiurare quella che viene percepita come «un’ingiustizia». Le lavoratrici — di fronte alla sede di via fratelli Rosselli a Firenze — chiederanno il rispetto delle decisione assunte dal governo, l’apertura di una contrattazione sindacale ma soprattutto «un atto di responsabilità — spiegano — nei confronti dei 1.200 lavoratori toscani che fino ad oggi hanno contribuito con orgoglio a garantire servizi importanti all’interno delle scuole, anche se stanchi di una vertenza che già in passato ha portato a forti tagli e che adesso potrebbe sfociare in un vero e proprio dramma sociale».
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