Scatta domani 5 la “Dakar”, dove partecipa Renato Rickler come capo spedizione e la sua scuderia R Team Ralliart Off Road Italy, in collaborazione con TH Trucks, e che si corre per la quinta volta in Arabia Saudita. Dodici tappe per più di 7.000 chilometri compreso il terribile Hempty Quarter, il più grande deserto di sabbia al mondo, e la tappa Marathon “48h crono” , una sfida unica e senza precedenti. I veicoli sono un Century CR6, un CanAm, e tre Polaris Ssv. Nella sezione Classic sono invece undici le auto al via. Per l’assistenza sono impiegati sette camion speciali, un apparato di grande rilevanza e impegno che da solo raccoglie l’attenzione degli appassionati di questo sport. “Siamo alla nostra quindicesima Dakar e ne siamo veramente orgogliosi. Portiamo nel magnifico deserto arabico tutta la nostra tecnologia negli allestimenti e nelle preparazioni al massimo delle potenzialità”, ha commentato Rickler che ha aggiunto: “Nella Dakar ora torno a bordo di una vettura da corsa con gli stessi colori che aveva quando divenni campione italiano Endurance all’inizio degli anni ’90: rosso, giallo e bianco”. Curiosità: partecipa anche l’82enne pilota Giulio Bertolli. Abituato a viaggiare in giro per il mondo e si appresta a nuove esplorazioni attraverso l’Arabia Saudita, con una prima partecipazione alla Dakar Classic. “Il deserto è qualcosa di naturale per me”, assicura Bertolli che ha vissuto decenni tra Kenya e Sudan. Ha familiarità anche con le auto d’epoca e le lunghe spedizioni, come dimostra la sua partecipazione alla Pechino-Parigi nel 2019. Il percorso vede la partenza da AlUla, nell’entroterra del Mar Rosso, per arrivare quasi davanti al Golfo Arabico, nella parte ad est del grande paese, e fare ritorno sul Mar Rosso nell’arrivo a Yanbu. E la più massacrante prova fuoristrada mai affrontata.
Walter Strata