Si sono ritrovati sabato sera. Erano circa duecento. Familiari e amici di Manuele ‘Manù’ Iacconi. Lo fanno da 10 anni a questa parte, ma stavolta questa fiaccolata aveva un significato forse ancor più pesante del solito. Il 30 novembre 2014 infatti, dopo 1 mese di agonia mista a speranze, l’anima di Manù volò in cielo, a seguito del terribile pestaggio cui fu sottoposto la notte del 31 ottobre in via Coppino in Darsena. Marco Lasurdi fratello di Matteo, anche lui aggredito quella maledetta notte, è una delle anime del gruppo di amici che vogliono tenere vivo il ricordo di Manù.
Marco, perché è così importante farlo?
"Perché Manù era il miglior amico che si potesse avere. Un ragazzo solare, allegro e con tanta speranza nella vita e nel futuro".
Cosa avete pensato per ricordarlo?
"Eventi come questi. Eventi conviviali, di aggregazione, in cui anche i bambini possano imparare a conoscerlo e, soprattutto, possano imparare un valore che in questa società sta perdendo importanza".
Quale?
"Il rispetto della vita propria e quella altrui. L’aggressione barbara nei confronti di Manù e di mio fratello Matteo ne sono l’esempio".
Anche suo fratello, per fortuna con conseguenze meno nefaste, fu infatti vittima....
"Matteo, seppur a distanza di anni, non ha mai superato quello shock. Ne sta pagando ancora le conseguenze fisiche e, soprattutto, mentali. La paura, il disagio in certe situazioni, sono stati d’animo che lo tormentano ancora".
Il processo è terminato con 4 condanne. Condanne che non hanno, di certo, sollevato voi e la famiglia.
"Quella sarà una cicatrice che ci resterà per sempre addosso. Vale per noi familiari ma anche per tutta la comunità di Piano di Mommio. Quando ripensiamo alla rabbia immotivata che quel gruppo di belve feroci riversò verso i nostri cari, ancora piangiamo. Piangiamo per la totale assenza di rispetto per la vita". Avete mai avuto un contatto con loro?
"Assolutamente no. Non sappiamo nemmeno se nel loro cuore, magari anche solo in un angolino, abbia fatto breccia un senso di rimorso, di pentimento. Noi da 10 anni soffriamo e, ancora, ci domandiamo come ciò possa essere accaduto. Spero, ma non ne sono convinto, che un giorno metabolizzino il fatto di essere anche loro stessi vittime dei propri demoni".
Quali erano le più grandi passioni di Manù?
"Amava divertirsi in generale, frequentare locali e fare amicizie. Eppoi era un grande appassionato di calcio e tifava Inter. Proprio per questa sua passione calcistica abbiamo fondato il Piano di Mommio/Manù".
Le vostre iniziative sono anche un raggio di sole per i genitori di Manù.
"Esattamente. Sono persone anziane che da 10 anni combattono contro la cosa peggiore che può capitare ad un genitore: la perdita di un figlio".
Sergio Iacopetti