A Moretti cinque anni. Stangati i vertici delle aziende coinvolte

Sono 18 i ricorsi che la terza sezione penale della Cassazione è chiamata ad esaminare nel nuovo processo – che si è aperto ieri ma che dovrebbe concludersi il prossimo 15 gennaio – sul disastro ferroviario di Viareggio, avvenuto il 29 giugno di 14 anni fa, che costò la vita a 32 persone. In particolare, a impugnare la sentenza emessa nel processo di appello-bis dai giudici di Firenze nel 2022, sono i 13 imputati condannati, 4 responsabili civili (Trenitalia, Fs, Rfi e Cima Riparazioni) e Medicina democratica quale parte civile. In appello bis le condanne inflitte hanno riguardato l’ex amministratore delegato di Rfi e Fs Mauro Moretti (che è stato condannato a cinque anni), Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia, e Michele Mario Elia, ex ad di Rfi (per entrambi una condanna di 4 anni, 2 mesi e 20 giorni), Paolo Pizzadini, manager di Cima Riparazioni, e Daniele Gobbi Frattini, responsabile tecnico Cima riparazioni (per entrambi 2 anni, 10 mesi e 20 giorni), Mario Castaldo, ex direttore divisione di Cargo Chemical (4 anni).

Condannati nel processo fiorentino, in sede di rinvio, anche dirigenti e tecnici di aziende ferroviarie austriache e tedesche addette al controllo e alla manutenzione dei carri merci che era di proprietà della multinazionale Gatx e noleggato da Trenitalia: Uwe Kriebel, operaio dell’officina di Junghental addetto ai controlli, e Helmut Brodel, funzionario dirigente dell’officina Junghental di Hannover (per entrambi 4 anni e 5 mesi), Andreas Schroeter, tecnico di Junghental (4 anni e 8 mesi), Peter Linowski, ad di Gatx Rail Germania, e Rainer Kogelheide, ad di Gatx Rail Austria (per entrambi 6 anni), Roman Meyer, responsabile flotta carri di Gatx Austria (5 anni, 6 mesi e 20 giorni) e Johannes Mansbart, manager Gatx Rail Austria (5 anni e 4 mesi). Furono invece assolti in tre: Francesco Favo (Rfi), Emilio Maestrini (Trenitalia) e Joachim Lehmann (Junghental).

A queste conclusioni si è giunti dopo quattro gradi di giudizio, dopo una serie interminabili di udienze cominciate nel 2014 a Lucca con il processo di primo grado. I familiari delle vittime, a 14 anni emezzo dalla strage, sperano che la Cassazione metta finalmente un punto a questa tribolata vicenda processuale.