"A Natale torno al cinema da solo". Boldi chiude il cenacolo Artom

Domani alla Versiliana l’attore racconterà la sua carriera fra aneddoti, ricordi e i cinepanettoni con De Sica

"A Natale torno al cinema da solo". Boldi chiude il cenacolo Artom

Arturo Artom e Massimo Boldi protagonisti del Cenacolo alla Versiliana

di Teresa Scarcella

A chiamarlo per primo “Cipollino“ fu Teo Teocoli. "Era il ’79. Lavoravamo insieme a un programma televisivo su Antenna 3 Lombardia con Beppe Recchia. Nella prima puntata, prima di uno sketch, per chiamarmi sul palco disse: “Cari amici, abbiamo con noi un bambino grandicello. Chiamiamolo insieme, cicicicici...Cipollino“. Io ero dietro le quinte e pensavo: “ma cosa sta dicendo“, da quel momento entrai come Cipollino e mi rimase addosso. Poi ho creato il personaggio, ma il nome è nato lì".

Ferragosto in Versilia...con Massimo Boldi. Potrebbe essere il titolo per il prossimo film e se così fosse saremmo lieti di aver dato l’idea, ma per ora è solo un reminder per l’appuntamento che chiude l’edizione di quest’anno del cenacolo Artom, al Caffè de La Versiliana: domani alle 18.30.

"L’idea del cenacolo culturale è nata a Milano, a ottobre compierà 10 anni e oltre 400 edizioni - spiega il patron Arturo Artom - mi sono innamorato della Versilia tre anni fa e qui abbiamo inaugurato le edizioni estive, dove i cenacoli sono più one to one, con personaggi di cui già conosco la storia, che si raccontano in modo molto spontaneo e con i quali vengono fuori sempre bellissimi aneddoti e curiosità".

A chiusura di questa nuova edizione ci sarà appunto il noto comico italiano che, come ha più volte ribadito lui stesso, sta attualmente vivendo la sua terza vita. Minimo comun denominatore - almeno delle ultime due - è il cinema. Dopo qualche anno Boldi torna sul grande schermo con un film di Natale. “A Capodanno tutti da me“ è l’adattamento cinematografico dell’omonima commedia di Toni Fornari, Andrea Maia e Vincenzo Sinopoli, scritto e diretto dai primi due. Nel cast, tra gli altri: Nancy Brilli, Francesca Manzini, Paolo Conticini e Massimo Ceccherini. "È la storia di un politico, che sarei io - spiega Boldi - che ha 75 anni ed è prossimo alla pensione. Per chiudere la carriera politica decide di invitare a casa sua amici e parenti per l’ultimo dell’anno e lì, prima della mezzanotte, accade qualcosa che cambierà il suo modo di relazionarsi. C’è anche un bell’insegnamento per la politica".

Tre vite, dicevamo, con le prime due delimitate dalla perdita del padre prima e quella della moglie poi. Ricche di esperienze, gioie e dolori, per gran parte vissute di fronte a una telecamera o su un palco. "Quando ho iniziato a fare televisione, nel 1974, facevo il batterista" ricorda, ed è in questa veste che sale sul palco dello storico Derby Club, dove debutterà poi come cabarettista.

"Era un’istituzione dello spettacolo italiano, il tempio dell’arte della risata e non solo. Creato da Enrico Intra e Gianni Bongiovanni, era frequentato da fenomeni come Dario Fo, Gaber, I Gufi, Cochi e Renato, Enzo Jannacci e tanti altri. Ho iniziato imitando Bongiovanni, che a volte quando parlava non si capiva niente". Da lì viene chiamato a fare Canzonissima insieme alla mitica Raffaella Carrà e la carriera di Cipollino prende il volo fino ai “cinepanettoni“. "Fu un critico cinematografico a coniare questo termine. In modo simpatico, ma anche dipregiativo". Senza sapere, probabilmente, che sarebbe diventata una categoria di film tipica dell’Italia anni ’90 di cui Boldi - insieme a De Sica - è indubbiamente il massimo rappresentante. "Con questo caldo si sente...tatatata tachicardia". Come dargli torto.