A nuoto nello stretto di Messina. Cinzia Fogola sfida Scilla e Cariddi

L’atleta camaiorese stamani affronterà i tre chilometri e rotti che separano la Sicilia dal continente

A nuoto nello stretto di Messina. Cinzia Fogola sfida Scilla e Cariddi

A nuoto nello stretto di Messina. Cinzia Fogola sfida Scilla e Cariddi

Nella vita, c’è modo e modo di reagire ai "no". C’è chi si incupisce e si chiude in se stesso, c’è chi si fa scivolare tutto addosso. E c’è chi se la lega al dito. Ecco, Cinzia Fogola, 56 anni di Camaiore, in forza alla squadra di nuoto pinnato camaiorese, appartiente alla terza categoria. Il perché ce lo spiega lei: "Una quindicina d’anni fa, il dottore mi disse che ho i globuli rossi più piccoli del normale e che per questo non sarei mai stata una campionessa: arrivando meno ossigeno ai muscoli, avrei sentito di più la fatica".

Fogola. E invece...

"E invece ora sono sul traghetto (l’abbiamo raggiunta per telefono ieri; ndr). Tra poco abbiamo il briefing e domattina si attraversa lo stretto di Messina a nuoto".

Come si è preparata?

"È stata dura. Per tre volte a settimana, da diversi mesi, mi sono allenata sui cinque chilometri. Lo stretto sono 3,1, ma le correnti rendono la tratta più faticosa. Ho provato ad allenarmi in mare la scorsa settimana, ma dopo essere finita in un banco di meduse sono tornata a riva".

Che precauzioni adotterete?

"Abbiamo una barca d’appoggio per le emergenze e olio di vasellina per difenderci dalle meduse. L’anno scorso, su 30 partecipanti, si sono ritirati in 2. Io voglio arrivare in fondo".

Beh, se si allenava sui cinque chilometri, la preparazione c’è.

"Ci sono anche le paure: vedere gli abissi m’inquieta. Poi ci sono le meduse e ogni tanto avvistano uno squalo".

Come è iniziata l’avventura nel nuoto?

"Nuotavo da piccola, a Viareggio, e vedevo i ragazzi dell’Artiglio che usavano le monopinne. Io, da bambina, mi immaginavo le sirene e i tritoni. Chiesi di provarle e mi dissero di ’no’, cosa che mi dette fastidio. Ho ricominciato a nuotare una decina d’anni fa, riuscendo a vincere medaglie d’oro e d’argento agli Italiani. Poi ho detto al mio allenatore che avrei voluto provare ad attraversare lo Stretto: è arrivato un altro ’no’, e quindi mi sono incaponita ancora di più".

Sembra che la forza mentale per l’impresa non le manchi.

"I limiti sono le paure, le impressioni, la possibilità di nuotare e rimanere nello stesso punto per via delle correnti, oltre al discorso del nero degli abissi che mi ha sempre spaventato. E poi, quando mi sono iscritta, la prima cosa che ho visto aprendo i social è che era stato avvistato uno squalo proprio nello Stretto".

Ci sarà anche chi l’ha spronata, in mezzo a tutti quei ’no’.

"I miei sponsor, il bagno Alcione di Forte dei Marmi e la società Asafa di Caprotti, hanno sempre creduto in me. E io pure: preferisco un fallimento a un rimpianto".

DanMan