A nuoto nello Stretto di Messina. Fogola più forte delle correnti. Impresa top della ’sirena’ pinnata

La campionessa camaiorese ha attraversato il braccio di mare che separa la Sicilia dal continente. Dopo la pioggia di ori e argenti agli Italiani, ha scritto un altro capitolo di una storia sensazionale.

A nuoto nello Stretto di Messina. Fogola più forte delle correnti. Impresa top della ’sirena’ pinnata

A nuoto nello Stretto di Messina. Fogola più forte delle correnti. Impresa top della ’sirena’ pinnata

Mentre lo smartphone è in modalità full screen per seguire la finale di Wimbledon con protagonista la campionessa lucchese Jasmine Paolini, una vibrazione spezza la tensione, seguita da una notifica che compare nella parte superiore dello schermo. Il messaggio, breve ma carico di gioia, è di un’altra campionessa, anche se di uno sport completamente diverso: "Ci sono riuscita!".

Cinzia Fogola ce l’ha fatta. La 56enne camaiorese di nuoto pinnato – la "formula 1" del nuoto – in forza alla Dds di Camaiore, che vanta medaglie d’oro e d’argento ai campionati italiani e un argento mondiale, ieri mattina è entrata in mare per affrontare la traversata dello Stretto di Messina. Poco più di tre chilometri separano in linea retta i due punti più vicini tra la Sicilia (Punta Faro) e il continente (Villa San Giovanni). Ma si sa: tenere la barra dritta in uno specchio d’acqua tanto famoso per le sue correnti da ispirare addirittura la mitologia greca è tutt’altro che facile. Ogni anno, tra i partecipanti all’impresa, c’è qualcuno che molla, per un motivo o per l’altro.

La campionessa camaiorese è arrivata fino in fondo, coronando un altro sogno della sua carriera sportiva. Dopo aver nuotato da bambina, è tornata in vasca da adulta, una decina d’anni fa. E ha iniziato a ottenere una vittoria dopo l’altra, con la ciliegina sulla torta di due record italiani.

Nuotare in mare aperto, però, è tutta un’altra cosa. E nel caso di Fogola, gli ostacoli non erano tanto fisici – l’atleta è allenatissima: si è preparata per mesi, nuotando tre volte a settimana sulla distanza di cinque chilometri – quando mentali. Per raggiungere l’altra sponda, ha dovuto vincere il timore degli abissi, la paura degli squali che di tanto in tanto vengono avvistati nello Stretto e il fastidio delle meduse, da cui poteva difendersi soltanto con l’olio di vasellina.

Nessuno degli ostacoli, tuttavia, è riuscito a mettere i bastoni tra le pinne della nuotatrice camaiorese, sostenuta in questa impresa dal bagno Alcione di Forte dei Marmi e dalla società Asfa di Caprotti. Armata di pinne e soprattutto tanta tenacia, Fogola – che si era sentita dire ’no’ quando le è venuta l’idea di tentare la traversata... e che ai ’no’ risponde sempre con un certo carattere – ha tenuto alto il livello di concentrazione per tutta la durata dell’impresa. Non si è mai disunita, guardando dritto di fronte a sé, fino a lasciarsi alle spalle l’oscurità dei fondali che incombeva sotto di lei. Piano piano, l’acqua è tornata cristallina, screziata dai riflessi del sole. Dorati, le (tante) medaglie.

DanMan