di Martina Del Chicca
“La storia di Viareggio per secoli è stata dei quattrocento (i fondatori), che vivevano di pesca rudimentale, fatta con barche leggere e reti tessute in casa dalle donne“. Mogli, madri, figlie che, nelle notti tempestose, radunate sugli scogli aspettavano di rivedere a largo il bagliore delle lampare. Gli stessi scogli dove si staglia ancora oggi l’Attesa, il monumento dello sculture Inaco Biancalana che rievoca le radici e i sentimenti della città.
Quello che unisce Viareggio alla pesca è infatti un legame indissolubile, stretto come un nodo marinaro. Anche se la pesca, nei secoli, si è trasformata: le barche si sono irrobustite, le reti ormai sono industriali (anche se rammendante ancora a mano), e le tempeste del caro gasolio e delle normative UE fanno più paura delle burrasche. E per la marineria peschereccia viareggina, che negli anni ha visto ridursi la sua flotta, con l’inaugurazione del nuovo mercato ittico, tra il moletto della Darsena e banchina dei trabaccolari, si apre adesso una nuova era. Un sogno cullato a lungo dalla cooperativa della “Cittadella della pesca“: era infatti il 2008 quando partì la progettazione di quella che sarebbe dovuta diventare la nuova casa dei pescatori, e solo in questi giorni inaugurata con l’apertura del centro spedizione molluschi alla presenza del sindaco Giorgio Del Ghingaro e della vicepresidente della Regione Stefania Saccardi. Seguirà, sabato 3 agosto, l’apertura dell’Ittobar affidato alla brigata dello chef stellato Cristiano Tomei che, diventato socio della cooperativa dei pescatori, ad aprile 2024 lancerà anche il ristorante su quella terrazza dalla quale, gettando lo sguardo, si può pescare un mondo: il Tirreno e le Apuane, il porto e la costa.
"Dopo il fermo pesca – spiega la presidente della Cittadella della Pesca, Alessandra Malfatti – apriremo la sala per l’asta del pesce, con cui contiamo di ampliare l’attività di vendita". Poi, “a strascico“, toccherà "al laboratorio, dove confezioniamo i preparati; alla sala polifunzionale, dove promuovere eventi e convegni, e – aggiunge Malfatti – anche la scuola di cucina, dove tramandare le ricette della tradizione viareggina e versiliese". L’intera struttura sarà pienamente operativa nel 2025, e per renderla funzionale la Cittadella delle pesca ha investito ben 5milioni di euro. Grazie ai fondi del progetto di filiera altri 4milioni di euro saranno destinati a rendere il mercato ittico di Viareggio pienamente autosufficiente, sia sul profilo energetico che con il ciclo dell’acqua. "E con l’università di Parma – aggiunge Malfatti – stiamo lavorando ad un piano per ridurre anche l’impatto delle lavorazioni e del packaging. Seguendo un modello di gestione sempre più orientato alla sostenibilità e all’innovazione. Questo – conclude – è il faro dei pescatori di Viareggio".