Seravezza (Lucca), 29 novembre 2023 – Potrebbe presto stringersi il cerchio attorno alla persona che il 25 giugno ha gettato dell’acido addosso ad un ragazzino che stava giocando nella piazza di Cerreta Sant’Antonio. Le indagini infatti sono partite a tutto campo e nei giorni scorsi i carabinieri hanno convocato alla stazione di Querceta sia il tredicenne che altri due amici che quel giorno si trovavano con lui: i minori, assistiti da una psicologa in suppoprto, hanno raccontato la dinamica di quella mattina e avrebbero fornito elementi utili a dipanare questo inquietante ’giallo’. Una vicenda sulla quale i genitori del ragazzo hanno avviato una vera e propria battaglia per ottenere verità, tanto da farsi affiancare dall’avvocato Gabriele Dalle Luche per capire chi ha provocato ustioni permanenti al proprio figlio. E, dopo la denuncia presentata nell’immediatezza dei fatti, l’iter penale entra nel vivo con un’attività di indagine portata avanti dagli uomini dell’Arma che – stando alle indiscrezioni – avrebbero già acquisito qualche elemento utile ad ’inchiodare’ la mano ignota responsabile dell’aggressione a distanza. Tutto è accaduto il 25 giugno alle 10,30 quando il ragazzo, assieme a due amici, si trovava a giocare a pallacanestro nella piazza della chiesa. Improvvisamente ha sentito del bruciore sulla pelle dietro alle spalle: al momento ha pensato di essere stato punto da un insetto ma la pelle ha iniziato ad irritarsi sempre di più con un dolore persistente che aumentava.
Appena il giovane ha raccontato il fatto alla mamma, sono stati allertati i carabinieri di Seravezza che si sono precipitati in piazza constatando una dinamica inquietante: hanno infatti accertato che era stato colpito da un liquido di colore scuro, parte del quale era finito anche contro la facciata della chiesa dove i ragazzi stavano giocando. Da lì il referto del pronto soccorso dove sono state rilevate "due bruciature sulla scapola posteriore sinistra ed al centro del dorso", tanto che il ragazzo si è dovuto sottoporre ad una terapia, seguito dal reparto di dermatologia. Cure che hanno solo lenito il dolore visto che quei segni sulla schiena sono permanenti e il tredicenne se li porterà tutta la vita, così come lo stato di choc che ancora oggi lo attanaglia.