SERENA
Cronaca

Acquapendente e il fascino delle cascate

Le cascate dell'Acquapendente nella Versilia offrono uno spettacolo naturale maestoso e suggestivo, immerso nella pace della Foresta degli Gnomi. Un percorso tra storia e natura conduce a una cascata di 20 metri, regalando un'esperienza unica di armonia e bellezza.

Acquapendente e il fascino delle cascate

Acquapendente e il fascino delle cascate

Puosi

Le cascate, con il loro spettacolo maestoso e incessante, rappresentano uno dei fenomeni naturali più affascinanti della Terra. La loro bellezza risiede non solo nella potenza dell’acqua che si lancia nel vuoto, ma anche nei giochi di luce che si creano tra gli spruzzi e nell’armonia che si stabilisce con la natura di cui sono parte. Anche la Versilia ha le sue cascate, tra cui quella dell’Acquapendente, una parola che racchiude in sé la descrizione di questo elemento naturale.

Con una passeggiata adatta anche ai bambini partiamo dall’abitato di Pruno, nel comune di Stazzema. Questo borgo medioevale, situato a 468 m di quota di fronte a Volegno, è perfettamente conservato, dando subito l’impressione a chi si trova a passarvi di essere stato catapultato in una dimensione di pace. Tra il silenzio interrotto solo dal frinire delle cicale, la vitalità delle spiagge della Versilia sembra distante anni luce. Camminando per il borgo si scorge tra le case di pietra la Pieve di San Niccolò costruita dell’XI secolo su una chiesa precedente del IX secolo. A fare da quinta al paese c’è la Pania della Croce e il caratteristico Monte Forato, che regala già scorci unici lungo la strada per raggiungere il borgo.

Superata l’ultima casa del paese di Pruno ci si addentra in un fitto bosco di castagni chiamato Foresta degli Gnomi, un luogo di silenzio, pace e rispetto per la natura e per tutte le creature che popolano questi boschi. A breve distanza, un antico ponte di pietra restaurato permette di superare il canale Deglio, un affluente del Canale Versilia la cui acqua proviene da un fiume sotterraneo alimentato dalle acque che penetrano nel complesso carsico del Monte Corchia. Il ponte in pietra con l’edicola e la struttura a schiena d’asino si trova su un’antica mulattiera ed è stato costruito tanti secoli fa, alcuni dicono sia mediceo, altri romanico. Una via che scende sulla destra del ponte conduce al Molino del Frate, un centro didattico della comunità montana che permette di conoscere la cultura della castagna.

Il sentiero da percorrere per raggiungere la cascata segue un itinerario che inizia dopo il ponte e che sale per un’altra mezz’ora, sempre immerso in una rigogliosa vegetazione. A un certo punto si inizia a sentire il fragore dell’acqua che è tanto più forte quante più precipitazioni ci sono state nei giorni precedenti. Il colpo d’occhio al termine del sentiero è magnifico: il balzo roccioso è di circa una ventina di metri, la roccia ricca di materiali ferrosi tinge le pareti del salto e rifrange la luce del sole creando sfumature rosse e bellissimi giochi di luce. Tra piccole pozze d’acqua, ruscelli e piante dalle foglie larghe che crescono alla base della cascata, si approda in un posto tranquillo e rasserenante, dove non resta che godersi in silenzio un vero spettacolo della natura.