Addio a Filomena D’Elia, muore a una settimana dall’incidente stradale. “Era la maschera più gioiosa del Carnevale”

La donna si è spenta all’ospedale di Livorno dov’era ricoverata dopo un incidente. Anima de “La Ciurma”, amava il Carnevale. "Era la maschera più gioiosa".

Filomena D’Elia

Filomena D’Elia

Viareggio, 27 agosto 2024 – Quel suo sorrisone era così contagioso che non potevi provare per lei una immediata, spontanea, simpatia. Del resto era una sorta di sorella per tantissimi che in lei rivonoscevano il valore più alto delle parole amicizia, altruismo e solidarietà. Filomena D’Elia è morta ieri mattina all’ospedale di Livorno, dove era stata ricoverata d’urgenza nella notte tra domenica e lunedì della settimana scorsa, a seguito di un incidente in motorino.

Troppo gravi i danni cerebrali causati dall’impatto contro il marciapiede di via Macchia Monteggiorini. Filomena, dopo una giornata di lavoro al bagno Nilo di Lido, dove faceva la cuoca, aveva fatto un veloce salto in Darsena per salutare gli amici per poi rincasare senza però mai fare ritorno dal marito Marco Scalici, ispettore di polizia al Commissariato di Viareggio, e dai due figli Andrea ed Emanuele, rispettivamente di 20 e di 17 anni.

Fatale una rovinosa caduta che, nonostante un delicatissimo intervento chirurgico per cercare di ridurre l’ematoma, l’ha strappata all’affetto dei suoi cari. Cuoca durante la stagione estiva; oss durante il periodo invernale, madre impareggiabile e carnevalara fino al midollo. "Amava la convivialità e cercava di fare del bene sempre e senza risparmio – racconta il marito Marco –; era portatrice attiva di allegria e proprio per questo me ne innamorai".

Nata a Monaco di Baviera il 30 settembre 1973 e figlia dell’imprenditore della ristorazione Emidio, in tenera età giunse a Viareggio e proprio a Viareggio nel 1992 al bar Fulvio in Passeggiata, sempre gestito dal padre, gli sguardi di Marco e di Filomena si incrociarono per la prima volta. "Aveva un sorriso stupendo. Un sorriso che le partiva dal cuore e che l’ha contraddistinta per tutta la vita. Mi folgorò ed io, che ero da poco arrivato a Viareggio da Palermo, non ne ho più fatto a meno. Con lei ho condiviso tantissimi momenti felici e divertenti perché oltre che sposi eravamo amici".

Tra questi il Carnevale, mondo che la piange perché ‘Filo’ era una maschera gioiosa, nonché senatrice di quella scanzonata banda di masnadieri che corrisponde al nome de La Ciurma, per anni anima delle costruzioni di Emilio Cinquini e recentemente convogliata nella pedana aggregativa del Rione Darsena. "Ho perso una vera amica – sottolinea proprio Cinquini –, una persona solare di cui conservo solo bei ricordi. Per tanti anni mi ha accompagnato nel mondo del Carnevale e fin da subito ha saputo conquistare la mia stima, il mio affetto. Sapeva realmente cosa fosse la solidarietà e se ne faceva portatrice in maniera assolutamente genuina".

A testimonianza del cuore di Filomena la famiglia, prima della cremazione, ha esaudito la sua specifica richiesta di donare gli organi.

Sergio Iacopetti