REDAZIONE VIAREGGIO

Addio a Vincenzo, un’anima pura E’ deceduto nella sua abitazione

Aveva 75 anni. Viveva al Varignano con la nipote Rosa. È lei che e lo ha trovato morto nel letto di casa. La gioventù trascorsa nel mitico bar Roma di Enrico Casani. Nutriva un amore speciale per il Carnevale.

Addio a Vincenzo, un’anima pura E’ deceduto nella sua abitazione

Giacca e cravatta sempre e ovunque, il volto solcato da rughe profonde che mettevano ancora più in risalto il suo bel sorriso innocente. E dietro quel volto che sembrava una maschera di carnevale c’era un’anima pura, incontaminata di eterno bambino. Poi cresciuto e invecchiato. Con le sue tante fragilità ma anche con quella leggerezza d’animo che solo persone come lui sanno trasmettere.

Se ne è andato così in punta di piedi ieri mattina Vincenzo Sant’Angelo. Per tutti Vincenzo o, semplicemente, Vince’ o Augh. Un malore improvviso lo ha fatto morire nel suo letto di casa al Quartiere Apuania, al Varignano. Lo ha trovato la nipote Rosa, con cui viveva da quando era morta sua sorella, e inutili sono stati i soccorsi. Aveva 75 anni, essendo nato proprio il primo giorno dell’anno nel 1948.

"Con il Covid e il lockdown si era molto spaventato e ormai mio zio – lo ricorda con struggente tenerezza la nipote Rosa – usciva solo con me. Sabato sera lo avevo accompagnato dal suo amico Alessandro. Lo avevo visto un po’ bianco in viso. Gli avevo chiesto se si sentiva bene, ma mi ha detto che era tutto a posto. Lui non prendeva neanche una medicina e aveva smesso di bere da anni. Poi l’ho riaccompagnato a casa. E’ andato in camera sua e ci siamo salutati".

Vincenzo appartiene di diritto a quella lunga schiera di personaggi che nel secolo scorso hanno caratterizzato Viareggio. Come la Robertona, la Zorrìa, il Maccioni. Non sei di Viareggio se... insomma, almeno una volta non ti sei fermato a parlare con Vincenzo, "O bell’omino...". Non era nato a Viareggio, ma adorava questa città che l’aveva adottato. Era arrivato da ragazzino al seguito dei genitori perché il padre aveva aperto in centro una pizzeria. E lui l’estate con un cesto al braccio portava focaccine e bomboloni sulla spiaggia.

La gioventù l’ha poi trascorsa nel mitico bar Roma, laddove nascevano le canzonette del Casani. Altri tempi. Che Vincenzo non aveva mai dimenticato. Amava il Carnevale e, a ogni edizione, era sempre presente, davanti a un carro per aiutare alla sua maniera quelli del servizio d’ordine. Mancherà Vincenzo a questa città, mancherà il suo sorriso e la sua eleganza. E quell’eterno bambino che era rimasto in lui anche in un corpo ormai cresciuto.

Paolo Di Grazia