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Addio al gigante Lunardini Il canottaggio perde un faro

Prima come atleta e poi come allenatore ha scritto per Viareggio pagine di storia. Caravano: "Che emozione quando il suo allievo Moriconi debuttò alle Olimpiadi".

Addio al gigante Lunardini Il canottaggio perde un faro

Era un “gigante buono”, di animo e di fisico, Lelio Lunardini. Un tronco d’uomo, scolpito, forte, di carattere. Prima da atleta (al suo attivo anche titoli italiani in coppia con Roberto Giunti) e poi da allenatore, ha fatto la storia del canottaggio viareggino, toscano e nazionale. Da ieri notte, Lelio ha lasciato la vita terrena, sconfitto dalla malattia che l’aveva colpito un po’ di tempo fa. Aveva 75 anni, lascia la moglie Simona e i figli Laura e Uliano, agente della polizia municipale a Camaiore.

Proprio negli uffici del comune di Camaiore, Lelio Lunardini aveva cominciato a lavorare, poi il trasferimento all’ufficio anagrafe di Pietrasanta. Anni fa, la meritata pensione, per tuffarsi ancora di più nel mondo del canottaggio, non solo un passatempo ma una vera e propria missione. "Abbiamo perso il nostro faro" ha detto, visibilmente commosso, l’avvocato Florio Caravano, presidente della Canottieri Viareggio, erede della Canottieri Berchielli. "Dalla metà degli anni ‘80 in avanti, da quando ha smesso di gareggiare da atleta - ricorda ancora Caravano - tutti gli atleti arrivati in Nazionale erano il frutto del lavoro di Lelio. Non solo un ottimo insegnante della tecnica di base del canottaggio, ma anche un fine psicologo e un motivatore". L’allenatore perfetto. Lo testimoniano i risultati, le presenze in azzurro e i titoli iridati giovanili conquistati dai canottieri viareggini.

"Il giorno che Nicola Moriconi ha debuttato alle Olimpiadi di Atene - ricorda ancora Caravano - Lelio era radioso. Così come negli ultimi tempi, quando Niels Torre è salito sul tetto del mondo". La felicità dell’insegnante che vede i suoi allievi tagliare traguardi importanti,così quando trenta anni fa quattro ragazze Laura Tomei, Nadia Vettori, Alessia e Ilaria Dalle Mura, vinsero il titolo nazionale del quattro senza; altri atleti hanno indossato la maglia azzurra: Arianna Mazzoni, Anna Lunardi, Eleonora Trivella, Martina Ferrarini, Andrea Bonaceto, Davide Babboni, Luca Pesce, Elia Calevro, Alberto Dini, Emma Torre e tanti ancora, tutti trattati da Lelio Lunardini come se fossero suoi figli. Nel 1997 aveva ricevuto un riconoscimento dal nostro giornale, in occasione della festa dello sport. "Un gran bella persona: caro Lelio ci mancherai" ha concluso il presidente Caravano. La salma è stata composta nella camera ardente della Croce Verde in via Garibaldi.

G.L.