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Emiliana Antonelli se n’è andata a 66 anni; assieme al marito Riccardo Santini ha scritto la storia della ristorazione versiliese
Lutto nel mondo della ristorazione versiliese. Ieri mattina, se n’è andata a 66 anni Emiliana Antonelli, una cuoca eccezionale e una di quelle persone che, quando s’incontrano, lasciano il segno. Assieme al marito Riccardo Santini, con cui il 6 marzo avrebbe festeggiato i 45 anni di matrimonio, ha scritto pagine indelebili di storia della gastronomia e della ristorazione.
In un mondo come quello della cucina, in cui si spinge sempre di più sulla competizione forsennata, la figura di Emiliana si stagliava per le sue doti umane, oltre che per il talento innato: "Bastava che assaggiasse un piatto – il ricordo del marito Riccardo – e 10 minuti dopo era in grado di rifarlo identico. E grazie al suo tocco, cambiando un’erba con un’altra, o l’aglio con lo scalogno, era in grado di migliorarlo. Ma non era mai gelosa dei suoi patti: se qualcuno chiedeva la ricetta, fosse un cliente o un collega, lei gliela raccontava in 5 minuti. Era una persona di un’umiltà rara".
Il primo locale, Riccardo ed Emiliana l’hanno aperto nel 1987. E lei, col suo talento, non ci ha messo molto a farsi conoscere. "Faceva una cucina tradizionale che diceva di aver imparato dalla sua mamma, ma per buona parte era talento". I suoi cavalli di battaglia erano la selvaggina, la trippa, i sughi – continua Riccardo –, le venivano meglio che agli chef stellati. Quando cuochi di altissimo livello volevano fare questo tipo di piatti, chiamavano lei a cucinare. Ne abbiamo fatte tante, di serate di questo tipo".
Quando non lavorava, questa donna "schietta, diretta e senza fronzoli, che prendeva di petto i problemi" amava rilassarsi con la famiglia: le giornate col marito a pesca, oppure le scampagnate coi figli. "Abbiamo lavorato tanto, ma ci siamo anche divertiti".