Forte dei Marmi, 2 agosto 2018 - Ha 'clonato' un’alga che permetterà di salvaguardare l’ecosistema del Mediterraneo. Il geniale esperimento è stato compiuto da Matteo Nannini, 32 anni, biologo marino fortemarmino che fa parte del pool di ‘cervelloni’ del centro ricerche dell’Enea di Santa Teresa in Liguria, che ha condotto il progetto in collaborazione con l’Università di Portsmouth in Inghilterra. Nannini, abitante a Vittoria Apuana (il padre è titolare dell’agenzia immobiliare Ancora, in centro a Forte dei Marmi) ha riprodotto da un disegno in 3D, in gomma siliconica atossica rossa, la ‘copia’ di ellisolandia elongata, l’equivalente della barriera corallina che, grazie alla sua conformazione, permetterà la salvaguardia dell’ecosistema del Mediterraneo alla luce degli stress climatici previsti nel futuro. «Sessanta piantine – racconta il biologo marino – sono state piantate per 5 mesi nel golfo di La Spezia con risultati soprendenti. Infatti è noto che le corallinacee sono in grado di mitigare l’effetto del cambiamento climatico sulla fauna associata, che lì vive e che la usa come habitat.
Pertanto, replicando in gomma questa alga, intediamo tutelare anche quei piccoli organismi animali e vegetali come gamberetti, stelle marine piccoli crostacei, vermi e altre alghe, alla luce dei mutamenti climatici». I campioni di alga ‘clonata’ (e quindi in materiale sintetico) potrebbero rappresentare il giusto rimedio in vista del 2100, quando è previsto un aumento della temperatura del mare di 3 gradi e un abbassamento del ph dell’acqua con conseguente acidificazione degli oceani. «Stiamo cercando di capire – aggiunge Nannini che ha condotto gli esperimenti con la responsabile Enea Chiara Lombardi mentre Federica Ragazzola ha coordinato il tutto dall’Università inglese – se effettivamente quest’alga è in grado di rallentare l’effetto del cambiamento climatico sulla fauna associata che vive aggrappata alle sue fronde».
Infatti queste alghe-sosia promettono di resistere al previsto aumento delle temperature del Mediterraneo, rappresentando una soluzione per garantire la sopravvivenza delle specie mediterranee rispetto a quelle tropicali. Matteo Nannini è uno dei giovani talenti che però potrebbe portare le sue conoscenze fuori dai confini italiani. «Adesso partirò per Londra – anticipa il ricercatore – per intraprendere nuovi progetti». Francesca Navari