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Alla ricerca della felicità con Bonetti. L’ambizione che tutti inseguono. Ma sfuggevole... come una farfalla

L’ispirazione per la costruzione è arrivata un anno fa, "Durante un corso mascherato, guardando mia figlia". E come in una favola le protagoniste dell’opera sono Madre Natura e una bambina circondata dalle fate.

Un dettaglio di Madre Natura dalle forme di un salice piangente (. Foto Umicini

Un dettaglio di Madre Natura dalle forme di un salice piangente (. Foto Umicini

La felicità. Una sensazione bellissima, appagante, piena, che però troppo spesso, in particolare in questa società così bulimica di beni materiali, ci sfugge via. Come una farfalla. È una riflessione sul senso e sulle necessità della vita, quella che fa Luigi Bonetti per il suo ‘La felicità è come una farfalla’.

Luigi, qual è il senso della costruzione? "Semplice la spiegazione: la ricerca della vera felicità. Difficile l’applicazione, perché viviamo in una società frenetica in cui non riusciamo veramente a goderci niente, perché tutto diventa effimero nel frullatore che sono divenute le nostre vite. Accumuliamo oggetti, siamo sopraffatti da tecnologia e comunicazione, siamo anche superficiali nei sentimenti. Così la felicità scappa, oppure non la vediamo perché l’abbiamo nascosta".

Quando è venuta l’idea del progetto? "In tutta onestà, durante il Carnevale 2024. All’improvviso mi è balenata l’idea di fare un carro sulla felicità. E l’idea è stata talmente forte che mi sono anche immaginato che potesse avere il volto di una bambina, nello specifico di mia figlia Elettra. A quel punto ho capito cosa avrei proposto per il 2025".

Dunque Elettra, sua figlia, sarà protagonista della costruzione? "Indirettamente sì, perché la costruzione prevede la presenza di una bambina, in cartapesta, che della mia Elettra avrà il profilo".

A chi si ti sei ispirato per la citazione ‘La felicità è come una farfalla’? "Allo scrittore americano Nathaniel Hawthorne che scrive,: ’La felicità è come una farfalla, se la insegui non riesci mai a prenderla, ma se ti fermi, tranquillamente si può posare su di te’. Inoltre sono sempre rimasto ammirato dal monologo, un panegirico sempre sulla felicità, interpretato da Roberto Benigni che cita questo esempio: ‘Noi siamo come i cani che quando hanno l’osso, lo nascondono per la troppa felicità. Solo che poi noi ci dimentichiamo dove questo osso l’abbiamo seppellito’".

Strutturalmente come sarà la costruzione? "Una figura femminile, Madre Natura, dalle fattezze di un salice piangente domina il carro. Davanti a lei una bambina, alta 4 metri, le scorrerà davanti lungo un binario inseguendo delle farfalle senza riuscire nel suo intento. Sarà Madre Natura ad aiutarla porgendole, dalla propria mano, una farfalla. La bambina, così, sarà felice e con lei ci saranno delle figuranti, sette, vestite da fatine".

Fatine che andranno anche a completare la costruzione. "Sì. Sei in tutto, ai lati di Madre Natura. A chiudere il tutto, nella parte retrostante, dei monolite, simbolo del mistero".

Punto di forza della tradizione Bonetti sono i colori, sempre bellissimi, e i vestiti dei figuranti, sempre molto particolari. "Credo sarà così anche stavolta. Ho scelto un colore chiaro, pastello, mentre le maschere, circa 200, saranno vestite da elfi e fate. L’atmosfera dovrà essere fiabesca, perché di una fiaba a lieto fine si tratta. Ad occuparsi della coreografia sarà Stephanie Uygur".

Colonna sonora? "Il dj Alessio Andreozzi proporrà pezzi dei Queen, della colonna sonora del film Kill Bill, oltre che a stralci del discorso di Benigni".

Sergio Iacopetti