REDAZIONE VIAREGGIO

Allegrucci e Frankestein. Contro la paura del diverso

Il vincitore delle ultime tre edizioni punta su una satira ispirata al romazo gotico. L’autore: "Per me il vero mostro è chi non accetta la diversità degli altri" .

Il vincitore delle ultime tre edizioni punta su una satira ispirata al romazo gotico. L’autore: "Per me il vero mostro è chi non accetta la diversità degli altri" .

Il vincitore delle ultime tre edizioni punta su una satira ispirata al romazo gotico. L’autore: "Per me il vero mostro è chi non accetta la diversità degli altri" .

VIAREGGIO

A caccia del 4° successo consecutivo per quello che sarebbe un record, eguagliando Arnaldo Galli e ‘Renato’ Luigi Verlanti. Jacopo Allegrucci, il nuovo dominatore del Carnevale di Viareggio (4 successi in soli 6 anni di Prima Categoria, preceduti da 5 successi consecutivi in Seconda Categoria), presenta ‘Il mostro ha paura’: un’allegoria sulla società moderna che si basa ancora sui pregiudizi, come la paura verso il diverso.

Jacopo, senti la responsabilità di questa caccia al record? Come vivi il peso delle grandi aspettative degli appassionati su di te?

"Con tutta la tranquillità del mondo, e lo dico sinceramente. Non ho mai avuto ansia da prestazione. Mi godo i successi con molta tranquillità. Certo, raggiungere questo record sarebbe bellissimo".

E cercherai di farlo con un carro che parla del diverso?

"Un carro, spero, d’impatto. Sicuramente il più grande che abbia mai costruito. Per me il vero mostro è colui che non accetta le diversità altrui, e poi chi è il presunto ‘normale’? Chi lo stabilisce? Il mondo è bello perché vario e, troppo spesso, l’ignoranza la fa da padrona. Ecco l’ignoranza ti porta ad aver paura di ciò che non si considera ammissibile, secondo standard puramente personali".

Di cosa parla questa costruzione?

"Partendo dal mostro per antonomasia, Frankestein, voglio parlare della diversità. Ma la diversità non deve essere collegata, necessariamente, alla paura perché il mondo proprio sulla diversità si basa. La diversità è essa stessa bellezza. Frankestein, il diverso, ha quindi paura di una società così chiusa, così impaurita".

Con l’aiuto del ‘mago dei movimenti’ Gabriele Galli, ci hai sempre sbalordito con movimenti innovativi. Sarà così anche stavolta?

"No, stavolta andiamo sul classico. Una figura centrale che, inginocchiata, serrerà le proprie braccia proprio nel gesto tipico di chi si ripara, protegge, il volto. Ma sarà una costruzione imponente e, comunque, articolata".

Spiegaci meglio...

"Frankestein sarà circondato da un enorme rovo che, partendo lateralmente andrà a richiudersi verso di lui. Su questo rovo troveranno posto, appollaiati, 10 corvi che rappresentano i ben pensanti che cercheranno di beccarlo. Dietro di lui, che si muoverà perpendicolare al palco, un muro diroccato e prossimo a crollare".

Come è nata l’idea della costruzione?

"Per una serie di motivi. Il primo, prendendo ispirazione da una canzone di Samuele Bersani. Il secondo, perché a Frankestein pensavo già per l’edizione 2024. Il terzo, ma il più importante, perché è il mio piccolo omaggio a Franco Malfatti che Frankestein lo portò in sfilata giusto 30 anni fa".

Sergio Iacopetti