SERGIO IACOPETTI
Cronaca

“Stava soffocando”. Allenatore salva la vita a calciatore di 18 anni

L’intervento provvidenziale di Luigi Troiso durante la partita tra Juniores regionali Csl Prato-Pietrasanta. Il mister è intervenuto con la manovra di primo soccorso: “La paura mi sta salendo solo adesso. Se non avessi applicato la procedura chissà come sarebbe andata a finire”

Luigi Troiso, l'allenatore eroe, 43enne viareggino

Luigi Troiso, l'allenatore eroe, 43enne viareggino

Viareggio, 9 aprile 2025 – Lo ha visto chinarsi, sdraiarsi per terra, cominciare a rantolare e ad avere convulsioni. Così, con un coraggio unico e mantenendo calma e sangue freddo, è corso in campo per metterlo in posizione di sicurezza e per togliergli di bocca la lingua che lo stava soffocando. Un gesto eroico e che è valso una vita salvata. È successo a Prato, in località Santa Lucia a Coiano, durante la partita del campionato Juniores Regionale tra Csl Prato e Pietrasanta. L’allenatore avversario ha salvato un ragazzo appena 18enne da un principio di asfissia. L’eroe di questa vicenda, che da terribile si è conclusa con un bellissimo lieto fine, è Luigi Troiso 43enne viareggino, imprenditore con la passione per il calcio e volto politico molto noto in città. Allenatore per passione da 13anni; anni in cui ha guidato, in tante categorie, diverse squadre versiliesi.

“Ho dimostrato di possedere tanto sangue freddo – racconta Luigi – e solo adesso mi sta salendo una certa paura. Se non avessi applicato rigidamente, con raziocinio, tutta la procedura relativa al primo soccorso chissà come sarebbe andata a finire, ma ho agito d’istinto. Quel ragazzino poteva essere mio figlio e poi sarei intervenuto comunque. In pochi secondi una vita può essere salvata”. Luigi, che ha fine partita ha ricevuto anche il calorosissimo abbraccio del padre del ragazzino pratese, prende fiato e ripercorre tutti quei pochissimi, interminabili, secondi: “Saranno mancati circa 10 minuti alla fine del primo tempo e, poco distante dalla mia panchina, un mio ragazzo per divincolarsi da una marcatura stretta ha colpito, senza cattiveria alcuna, l’avversario proprio alla bocca dello stomaco. Una situazione di gioco come se ne vedono tante in campo, tanto è vero che l’arbitro non l’ha neppure sanzionata e l’azione è proseguita sviluppandosi in un’altra zona. Solo che il ragazzo colpito si è accasciato, per poi stendersi ed iniziare a rantolare. Allora, senza nemmeno chiedere il permesso all’arbitro – continua Luigi – sono entrato in campo e, dopo averlo messo su un fianco, gli ho messo il collo all’indietro per poi infilargli due dita in bocca facendogli uscire la lingua che lo stava soffocando. È stato un attimo, giusto quell’attimo che ha permesso al ragazzino di ricominciare a respirare, dopo però avermi dato un bel morso al dito indice. Morso – dice sorridendo – di cui conservo ancora i segni”.

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Il ragazzino nuovamente cosciente è stato accompagnato fuori dal campo, appena le grida di Luigi e della panchina del Pietrasanta hanno richiamato l’attenzione dell’arbitro, degli altri ragazzi in campo e della panchina pratese, per essere tenuto sotto osservazione per qualche minuto. Poi, dopo il canonico tempo di riposo fra un tempo e l’altro, è persino rientrato in campo proseguendo senza difficoltà la partita. Un episodio a lieto fine, che mette in evidenza come la conoscenza di determinate tecniche di salvataggio siano essenziali in ogni campo da calcio, così come in ogni situazione della vita. “Senza il corso di Primo Intervento fatto quattro mesi fa – conclude Luigi – promosso dalla Associazione italiana allenatori calcio, non avrei saputo come comportarmi. Quelle otto ore di insegnamenti sono state in grado di farmi salvare una vita e credo che corsi così importanti dovrebbero tenersi sempre più spesso, anzi dovrebbero essere ripetuti a distanza di qualche anno l’uno dall’altro. Invito tutti ad iscriversi in ogni luogo, in ogni occasione. Chiunque può diventare l’eroe di qualcun altro”.