
Il record del mondo nel lancio del peso fatto registrare da Alessandro Andrei
Al via una nuova storia per lo stadio dei Pini-Torquato Bresciani. Dopo 2527 giorni dall’ultima partita disputata (Viareggio-Seravezza Pozzi 1-2, del 29 aprile 2018; il torneo si era chiuso 31 giorni prima) e una spesa di 11 milioni e mezzo di euro, l’impianto è pronto a ripartire. Per ora in maniera ridotta visto che dopo la finalissima di domani - tenendo fede ad una promessa che il sindaco Giorgio Del Ghingaro aveva fatto nell’autunno scorso al Ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi, nel corso di sopralluogo nel cantiere – gli operai riprenderanno a lavorare per completare le opere rimanenti.
La storia dello stadio dei Pini è una raccolta di pagine della città. Sì, perché in quello spazio in Darsena – sbocciato negli anni della Seconda guerra mondiale – utilizzato nel 1942 per il primo campionato del rinato Viareggio Calcio, venne poi destinato ad ospedale di campo della divisione Buffalo (composta da militari di colore) quando gli alleati stavano risalendo la penisola. Una volta voltato pagina, con la pace e la nascita – nel novembre del 1947 - del Centro Giovani Calciatori Viareggio, comincia l’epopea del torneo di Viareggio Coppa Carnevale. Nel 1948 è un torneo solo per le formazioni locali. L’anno dopo al campo dei Pini, con le tribune di legno, tanto entusiasmo e altrettanta passione, sboccia un fiore: è il 24 febbraio 1949, quando Limbergo Taccola (‘il Taccolino che vende il baccalà’ cfr Egisto Malfatti) tocca il primo pallone della manifestazione che quest’anno – con due anni di stop per la pandemia – tocca i tre quarti di secolo di vita. Chi vuole, applauda. Chi non vuole, quanto meno rifletta su quanta storia – non solo del pallone – è stata scritta da quel giorno ad oggi.
Ma lo stadio dei Pini non è stato solo il tempio pagano della Coppa Carnevale: è stato il contenitore di una parte della storia ultracentenaria del Viareggio Calcio; è stato il testimone oculare della presenza di personaggi epocali del mondo del pallone, a cominciare da quell’Edson Arantes do Nascimento, detto Pelé che si materializzò come un semplice tifoso – pantaloni neri, maglietta bianca – sulle tribune per seguire le partite del campionato mondiale Under 17. Se il calcio è stato ovviamente l’inquilino prediletto dello stadio dei Pini-Bresciani (nel 1986, sempre alla Coppa Carnevale, Roberto Baggio ha segnato le prime reti con la maglia della Fiorentina, dopo un dolorosissimo infortunio), l’atletica leggera non è stata da meno, soprattutto da quando – ottobre 1969 – il comune di Viareggio, trovando sponde favorevoli nei Palazzi romani, decise di costruire la prima pista in tartan (un manto rivoluzionario) in un impianto pubblico in Italia: venti edizioni del meeting internazionali di atletica leggera, con tutti i migliori a sgomitare per trovare un ingaggio. Un meeting che aveva i soldi della Fidal e l’appoggio organizzativo del Cgc, per evitare che qualcuno d’ora in poi torni alla carica per dire “perché non viene organizzato il meeting come negli anni ‘70 e ‘80). E ancora ciclismo (una tappa del Giro d’Italia nel 1966), il basket (con gli Harlem Globetrotters) e soprattutto la grande musica, i concerti allo stadio. Memorabile quello del 1982 di Neil Young...
Lo stadio dei Pini-Torquato Bresciani è nel cuore e nella memoria di Viareggio – e ci rimarrà per l’eternità – per avere ospitato il 7 luglio 2009 i funerali solenni delle prime vittime del disastro ferroviario del 29 giugno alla presenza delle più alte cariche dello Stato.
Da lunedì pomeriggio, inizia un’altra storia che poggia su un passato che non è solo memoria ma anche comprensibile orgoglio cittadino.