Viareggio, 5 giugno 2017 - TUTTE le speranze balneari della Versilia sono riposte nell’acido peracetico. E questo perché buona parte del territorio non ha tutte le utenze allacciate alle fogne nere, o ha le fogne nere che si mescolano alle fogne bianche, o ha imperfetti collegamenti tra le fogne nere e i depuratori. Tutto è in mano alla Regione col famoso accordo di programma, che prevede la sperimentazione col peracetico come tampone, e a lungo temine la sistemazione delle fogne. Roba da 30 milioni, più o meno: le dovrebbe realizzare Gaia, la quale già solo per i vecchi contributi ai mutui fognari di Viareggio deve solo alla curatela della Patrimonio fallita una dozzina di milioni, alcuni risalenti ai tempi della giunta Marcucci.E in tutto questo, ovviamente, l’imprevisto è dietro l’angolo.
PER ESEMPIO, la mini bomba d’acqua – in realtà un comune temporale – che ieri ha provocato uno sversamento di liquami al depuratore di Pietrasanta. Senza conseguenze, pare, assicurano i tecnici. Questo è stato riferito all’amministrazione comunale: «A causa dell’afflusso d’acqua s’è rotto un differenziale e un po’ di liquami chiumosi, contenenti anche saponi, sono finiti nei fossi attorno al depuratore, nella zona di via dell’Arginello. Gaia ha inviato subito le autobotti a aspirare i liquami, per impedire che arrivassero a mare. I tecnici hanno riparato subito il guasto, che non è stato rilevante». Per fortuna. Ma fidati era un buon omo, con quel che segue. Così è intervenuto direttamente il sindaco Massimo Mallegni: «Con l’assessore all’ambiente Mazzoni abbiamo incaricato l’Arpat di fare immediatamente una verifica». Stavolta è andata bene. Ma se la prossima bomba d’acqua colpirà le idrovore della Fossa dell’Abate, dove viene sperimentato l’acido peracetico, che succederà?
DEL RESTO i problemi ambientali delle spiagge versiliesi sono atavici. E assurdi. Raramente si trovano in Italia arenili ridotti a discariche come quelli del Parco di Migliarino. Gli Amici di Beppe Grillo (Forte dei Marmi) segnalano la presenza di una discarica a cielo aperto sulla spiaggia tra Torre del Lago e Marina di Vecchiano. Nella terra di nessuno, dove chiunque accumula immondizia. Come in tutte le spiagge del Parco non ci sono cestini perché secondo gli ambientalisti deturpano la vista delle dune. Invece i quintali di rifiuti sparpagliati fanno tendenza. Ma è così da sempre: magari, scavando, sotto la sabbia c’è qualche reperto degli anni ’60. E il bello è che nessuno se ne vergogna.