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Anche gli attivisti dell’associazione Penelope si mobilitarono per cercare Nicola, scomparso il giorno di Natale (Foto Umicini)
Camaiore (Lucca), 19 febbraio 2025 – Ieri si è svolta l’autopsia di Nicola Persano, 76 anni, scomparso da casa nel pomeriggio di Natale e ritrovato esanime nelle campagne di Massarosa una settimana fa: il figlio Gianni lo saluta e lo ricorda con parole commoventi. Tre rose bianche sulla sua foto e una toccante lettera.
Lui e la mamma Jolanda hanno trascorso giorni lunghissimi, interminabili ad aspettare, con dignità e coraggio. Camaiore è ancora sconvolta: Camaiore che ha pregato, scritto e condiviso appelli sui social e messaggi di affetto per Nicola, che da Natale ha sperato in un ritrovamento celere, che tutto finisse bene, che quella vicenda riportasse ‘Nicola del bar in piazza’ tra la gente, con la sua palettina scacciamosche e l’immancabile l’ombrello per ripararsi dalla pioggia, ma anche segno di radicate abitudini legate alle malattie della memoria. Purtroppo il destino ha giocato un brutto scherzo a quell’anima, quella labile mente un po’ confusa che si e’ perduta e, con lei, ha smarrito la vita di un commerciante molto amato e gentile.
“Mio padre è morto - ha scritto Gianni all’indomani del ritrovamento - Probabilmente a ridosso dei primi giorni della scomparsa, però per me è morto ieri, nel momento in cui lo hanno trovato. È morto da solo, al freddo, ma sereno come se volesse riposare per poi riprendere il suo cammino. Era troppo freddo in quei giorni e dal sonno è passato alla morte. Mio padre è morto, e con lui una parte di me: da oggi non sono più lo stesso e i ricordi mi tormentano in continuazione”.
Parole forti, intense che arrivano dirette, come un pugno nello stomaco. “Durante le ricerche mi ero un po’ preparato al peggio, ma la speranza mi dava la forza di crederci...poi la notizia di ieri mi ha distrutto. Mio padre è morto, oggi sono voluto andare sul luogo del ritrovamento, glielo dovevo e lo dovevo ai miei figli che un giorno potrebbero chiedermi dove è morto il loro nonno e cosi saprò guidarli - prosegue Gianni - Sono andato con un’ amica, ormai posso permettermi di chiamarla così, la signora Nadia dell’associazione Penelope, che non ci ha mai abbandonato e, successivamente, ci ha raggiunto uno dei Carabinieri che ha partecipato al sopralluogo del ritrovamento, non era in servizio ma non ha esitato a venire, per indicarci il punto preciso”.
Gianni ha posto tre rose bianche su una sua foto e la lettera di un amico. “Con mia Mamma stiamo per dargli l’ultimo saluto, aspettiamo solo che si chiuda l’iter giudiziario. Spero che il calore che mi è stato dimostrato in questi giorni sia arrivato a Lui e lo abbia scaldato facendogli capire che era il frutto di quello che ha seminato nella sua vita - chiude Gianni - Sono sicuro che, se c’era una persona che non si meritava una fine così, quello era mio padre, ma nel suo destino era scritto altro”.