Nuovo colpo di scena nell’annosa vicenda degli usi civici. Il Comune ha infatti dato mandato all’ufficio tributi per la stesura dello statuto per l’amministrazione separata del demanio civico, cioè dei terreni collettivi di montagna: un passaggio che parrebbe anticamera delle elezioni Asbuc ma che di fatto lascia ancora in mano al sindaco Lorenzo Alessandrini la gestione della querelle. Infatti se i confini dell’Asbuc concidono col perimetro comunale, l’amministrazione delle proprietà ’civiche’ dovrà certamente viaggiare in parallelo con una propria gestione e con bilanci distinti, ma quell’estensione equivalente alla geografia del Comune elimina la dimensione ’ristretta’ che è condizione per indire elezioni. Secondo le indicazioni della giunta, presidente del Comitato di amministrazione sarà il sindaco e l’amministrazione separata avrà durata illimitata; dovrà tutelare gli interessi e i diritti degli utenti "attraverso la conservazione e il miglioramento dei beni di uso civico e perseguire la solidarietà verso utenti meno abbienti, favorire con l’uso del demanio collettivo civico, ogni tipo di iniziativa rivolta a valorizzare la nascita e lo sviluppo di attività economiche in particolare del settore agro – silvo – pastorale, dell’artigianato, del turismo, del commercio della tutela ambientale". Il primo cittadino non fa mistero di voler portare a termine l’ipotesi di conciliazione avviata con Henraux per il Monte Altissimo. "Con lo statuto –chiarisce Alessandrini – si crea la struttura pronta a gestire eventuali terreni e risorse che arriveranno dalla conciliazione. A causa di battaglie giuridiche abbiamo perso i primi 200mila euro che sarebbero serviti per lo sviluppo della montagna. Paradossalmente la stessa gente 6-7 anni fa non si è opposta, tranne gli azzanesi, ad un’ipotesi di intesa che metteva sul tavolo appena 80mila euro".
Francesca Navari