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L’autovelox sull’Aurelia è presente dal settembre 2018
Viareggio, 12 febbraio 2025 – I pietrasantini ricorderanno quando nel gennaio 2019 su “Striscia la notizia” si parlò del nuovo autovelox di Pietrasanta alla stregua di un “multificio” che in pochi mesi aveva bastonato diverse migliaia di automobilisti. Passano gli anni, ma le multe fioccano e non tutti sono disposti a pagarle senza batter ciglio. Eppure nessuno avrebbe pronosticato la sentenza emessa dal giudice di Lucca, il quale ha annullato le sanzioni comminate a una decina di automobilisti in quanto il dispositivo è sì autorizzato, ma non omologato.
Una sentenza che farà discutere e che creerà un precedente. Il giudice Gianni Casodi, prendendo in esame i ricorsi, ha preso spunto infatti da una sentenza della Corte di Cassazione, come spiega l’avvocato fiorentino Pierfrancesco Fratini, che ha studio a Firenze ma è lidese d’“adozione”. “L’ordinanza 10.505 del 2024 della Cassazione – sottolinea il legale, che ha patrocinato tutte le opposizioni accolte dal giudice di pace – ha sancito il principio dell’articolo 142 comma 6 del Codice della strada, secondo cui possono costituire fonte di prova solo le risultanze dall’autovelox omologate. Quello sull’Aurelia invece è solo approvato dal Ministero dei trasporti, ma non omologato. Pertanto senza omologazione l’autovelox è più fallibile e c’è minor precisione nel rilevamento dell’eccesso di velocità”. Il legale è in attesa che siano depositate le motivazioni nei tempi di legge, ma è questa la ragione principale che ha portato il giudice ad accogliere le opposizioni, tutte risalenti tra fine 2024 e inizio 2025 e presentate sia residenti che da villeggianti dopo la sanzione elevata dal dispositivo in funzione da settembre 2018 tra la statale e via Spirito Santo. “Non è solo una questione di importi da pagare – conclude – ma anche di punti della patente persi in caso di multa presa in orario serale. Il giudice aveva sospeso l’efficacia dei verbali contestati, in attesa del giudizio, e con la sentenza li ha annullati. Non essendo quello di Pietrasanta l’unico caso in Italia, ci vorrebbe un tavolo di concentrazione per dipanare la matassa”. Il Comune potrà impugnare la sentenza al Tribunale di Lucca.