Poco più di 10 anni fa, era l’ottobre 2014, a Valdicastello esplose l’emergenza tallio poi propagata al Pollino e zone limitrofe. Attualmente il temuto metallo pesante, citato anche da Agatha Christie, per fortuna non è più presente nelle tubazioni domestiche e nemmeno nelle fontane pubbliche. Ma le battaglie ambientali dei comitati non sono ancora finite. L’ultima ha preso la forma di un esposto inoltrato ai carabinieri forestali affinché sia fatta chiarezza sui contaminanti che dalle ex miniere di Valdicastello finiscono nel torrente Baccatoio, attraversano il Pollino e vanno in mare.
La denuncia è stata presentata dal presidente del Comitato tallio Valdicastello Luigi Pelliccioni e da Daniela Bertolucci dell’Associazione tutela ambientale della Versilia. "Quando il torrente è in piena a causa delle piogge e diventa rosso – spiegano – significa che c’è tanto ferro, ma non solo. Le acque sono piene anche di tallio e altri contaminanti su cui nessuno ha mai fornito spiegazioni. Il fatto è che l’ambiente è molto contaminato in quanto diretta conseguenza dello stato di abbandono delle ex miniere Edem. Nonostante l’area, acquisita nel 2003 dal Comune, sia oggetto da anni di un’attività di bonifica e messa in sicurezza permanente, il sito minerario continua a sprigionare sostanze altamente inquinanti che si disperdono nel sottosuolo e nelle acque, fino al mare". I comitati, tra le altre cose, chiedono che vengano analizzate le acque alla foce del fosso Motrone: "Temiamo che oltre ai colibatteri ci sia dell’altro. Quest’estate – concludono – abbiamo analizzato l’acqua in 18 punti, tra cui le fontane. Del tallio non c’è più traccia, ma continua ad andare nel Baccatoio. Il progetto per sanare le gallerie dov’è? Le istituzioni non si confrontano mai con i cittadini: se ogni tanto non alzassimo noi la testa, regnerebbe il silenzio".
Daniele Masseglia