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Versilia, siluro per mandare i bagni all’asta. Colpo di coda dell’Unione europea

Bruxelles ha ripreso la procedura d’infrazione della Bolkestein con una lettera inviata al Governo Zucconi: "Vogliono svendere il turismo italiano come hanno fatto in Grecia, ma non ce la faranno"

Nel corso degli anni le manifestazioni dei balneari contro le aste sono state tantissime

Versilia, 17 novembre 2023 – A Forte dei Marmi il ministro Nello Musumeci, parlando delle aste Bolkestein, aveva detto che l’ultima parola spettava all’Unione europea. La Commissione europea (il governo sovranazionale) non si è fatta attendere e ieri ha inviato al governo un parere motivato sulla procedura di infrazione del regime delle concessioni demaniali: quelle balneari, ma la Bolkestein riguarda tutti i servizi in concessione che devono essere riassegnati con procedura pubblica. Di fatto, un passo avanti per la procedura d’infrazione, mentre il 31 dicembre scadono tutte le assegnazioni e dal 1° gennaio i Comuni rivieraschi dovrebbero avviare le aste. L’Italia ha due mesi per rispondere e adottare le misure necessarie. In caso contrario, la Commissione potrebbe decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Curiosamente, l’Europa ha diffuso la notizia della lettera ma non il cuo contenuto. Così sui bagni della Versilia torna ad agitarsi lo spettro delle aste.

Il caso ha subito acceso roventi polemiche romane, con la sinistra impegnata a criticare le scelte e i ritardi del Governo Meloni. Il quale, per evitare le aste dei bagni, s’è affidato alla ricognizione del demanio marittimo turistico con la risoluzione che solo il 33% delle coste balneabili è affidato in concessione a privati: se la risorsa spiaggia non è scarsa, la Direttiva Bolkestein non si applica. Bruxelles, come su tante altre questioni, sembra pensarla diversamente e del resto ci sono zone come la Versilia dove le gli stabilimenti balneari possono essere molto appetibili per nuovi investitori anche stranieri.

Una delle reazioni politiche più roventi è quella del segretario dell’ufficio di presidenza della Camera dei deputati Riccardo Zucconi, esponente di Fratelli d’Italia da sempre presente al tavolo interministeriale che tenta di evitare le aste dei bagni. Per Zucconi non cambierà nulla: ""Le interpretazioni al negativo sul parere motivato giunto oggi dalla Ue in materia di concessioni balneari, ancor prima di averne conosciuto i contenuti, non ci paiono logiche. Questo ulteriore e preannunciato passaggio non è certamente ostativo per la prevista interlocuzione con la Ue sulla tematica sia perché rappresenta meramente il logico prosieguo di una procedura d’infrazione già in essere, sia perché potrebbe addirittura essere d’aiuto, una volta conosciuti i contenuti, per la redazione di una normativa nazionale che risolva definitivamente la questione. Il Governo saprà rispondere entro i tempi previsti e porre fine all’incertezza che ha danneggiato notevolmente un comparto essenziale del turismo".

Zucconi è durissimo: "Se avessimo preso già una decisione forse il parere Ue ce l’avrebbe bocciata. Ora invece l’Europa ha scoperto le sue carte. I nostri funzionari dicono che la Commissione s’è mossa ora per non sovrapporsi alle elezioni europee. Ma la nostra posizione non cambia. L’Italia non è un paese all’asta come la Grecia secondo la visione della grande finanza e di Mario Draghi".

Tra i balneari, il lidese Marco Daddio ha il dente avvelenato: "Questa lettera è il colpo di coda di una Commissione europea a fine mandato. La Corte di giustizia europea ha sentenziato che il Governo italiano deve valutare se la risorsa spiaggia è scarsa e se fare le aste o no. I politici europei invece attaccano di nuovo l’economia turistica italiana per farla svendere". Più pacato il pietrasantino Francesco Verona: "Il Governo ha preso impegni elettorali, penso che farà valere le nostre ragioni alla Comunità europea".

b.n.