DANIELE MANNOCCHI
Cronaca

Viareggio, la titolare del Bagno Artiglio: "Stabilimenti all'asta? E noi investiamo"

Scelta in controtendenza quella di Sara Ratti. La sua famiglia gestisce la struttura da cento anni

Sara Ratti

Viareggio, 25 marzo 2022 - "Il bagno Artiglio è la mia casa più di qualsiasi abitazione in cui abbia vissuto". Non ha dubbi Sara Ratti , titolare dello stabilimento di via Barellai, a due passi da piazza Mazzini. E come potrebbe essere diversamente? La storia del bagno è legata a doppio filo a quella della sua famiglia da quasi un secolo. Ed è per questo motivo, per l’affetto che la lega a un’attività che è molto più di una semplice azienda, che Ratti e la sua famiglia hanno deciso di non farsi mettere i bastoni tra le ruote dalla Bolkestein. Lo spauracchio delle aste non ferma la voglia di innovare, di stare al passo con i tempi. E così, a pochi mesi dall’inizio della stagione il bagno Artiglio è un cantiere a cielo aperto.

Ratti, la vostra è una scelta coraggiosa. Investire nel settore balneare, in questa fase di incertezza, non è da tutti.

"La nostra storia è legata al bagno Artiglio dal 1934: la prima concessionaria è stata la nonna della mia mamma. Ci siamo tramandati il mestiere di generazione in generazione: abbiamo sempre lavorato qui. Io sono la più giovane, a parte le mie figlie che però sono ancora in età scolare. Dopo l’ultimo passaggio di testimone generazionale, sento che è il mio turno di dare continuità a questa azienda di famiglia. Io e mio marito, che fa il cuoco, ci siamo presi l’impegno di mandare avanti il bagno Artiglio. E questo vuol dire apportare quelle innovazioni che servono a un’azienda".

E con le aste, come la mettiamo?

"L’idea di ammodernare il bagno l’abbiamo avuta dopo la legge del 2018 che prorogava le concessioni al 2033. E’ stato in quel frangente che abbiamo iniziato a progettare questo rifacimento pensato per migliorare il bagno, innovare, ampliare lo spazio per la cucina dal momento che negli anni scorsi abbiamo messo anche il ristorante".

Quindi la spada di Damocle delle aste vi è capitata tra capo e collo?

"Non proprio. Con la burocrazia abbiamo perso alcuni anni, tra piano regolatore da rifare e altre situazioni. Siamo arrivati a fine ottobre, dopo quattro anni di progettazione, e abbiamo potuto avviare questi benedetti lavori. Abbiamo firmato i primi contratti, e di lì a poco ci è caduta in testa la famosa sentenza. Ma a quel punto eravamo già partiti, e ora siamo qui, ad augurarci che la fortuna aiuti gli audaci. Speriamo che ci permettano di andare avanti, magari escludendo dalle aste chi, come noi, lavora nell’azienda familiare".

Con l’Artiglio chi si mantiene?

"Siamo io e mio marito. E poi mia madre, mio cognato e mia zia: tutti impiegati del bagno, che per lo più contano su questo reddito come unico introito, anche perché al giorno d’oggi non si lavora solo tre o quattro mesi. La stagione è lunga: va da Pasqua a fine ottobre, e da diversi anni si apre pure a Carnevale. Senza contare i lavori di preparazione e di manutenzione che impegnano tutto l’anno".

Nello specifico, che lavori state facendo?

"Abbiamo demolito e ricostruito una porzione dello stabilimento con una struttura ecosostenibile, quindi apportando un’innovazione sotto il profilo ambientale e dell’impatto energetico. Temi attuali".

Cosa significa per lei il bagno Artiglio?

"Quello con il bagno è un legame particolare. Ho sempre lavorato qui, ci sono cresciuta, mi sento a casa più di qualsiasi posto in cui abbia vissuto. Anche le mie figlie sono cresciute qui. E poi ci sono i clienti, alcuni dei quali vengono da decenni e con i quali si è instaurato un rapporto di familiarità, che poi è un aspetto molto importante del turismo viareggino che andrebbe valorizzato".