Si apre uno spiraglio per gli oltre 400 balneari versiliesi. Ieri, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dal Sib (il sindacato dei balneari) assieme alla Regione Abruzzo contro il pronunciamento del Consiglio di Stato che aveva bocciato le proroghe per le concessioni balneari. Concessioni che dunque sarebbero scadute alla fine del 2023.
La Suprema Corte ha rimandato indietro la sentenza del Consiglio di Stato in quanto "viziata da un eccesso di potere giurisdizionale", sottolineando che nel nuovo pronunciamento si dovrà tener conto delle leggi partorite dal governo e dal parlamento, nel rispetto del loro potere normativo. "Il messaggio è chiaro – spiega il presidente dei balneari di Lido Marco Daddio (nella foto a sinistra) –: il Consiglio di Stato era andato fuori dalla sua sfera di competenza, occupandosi di politica e abrogando delle norme in funzione di una valutazione personale, acrivendosi di fatto un ruolo che spetta al parlamento. È una sentenza importante sotto tanti punti di vista, non solo per i balneari: il CdS non deve fare il legislatore. Il secondo passaggio da sottolineare è che ora la palla passa in mano al governo, che ha in mano le sorti del settore balneare. Questo è un bel passo in avanti dal punto di vista della legislazione: ora è in vigore la Legge Draghi; sappiamo che va rivista ma adesso il governo ha le carte per giocarsi la partita con la Comunità Europea".
Dal fronte politico, si registra la reazione entusiasta del deputato viareggino di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi: "Si mette male per i violatori seriali del buon senso in materia di concessioni balneari – le sue parole –; l’odierna sentenza della Cassazione è, dopo quella della Corte di Giustizia Ue e i risultati del tavolo Interministeriale sulla mappatura delle coste italiane, la pietra tombale di quanti vogliono minare le basi stesse di un importante settore del turismo nazionale. Con l’aggravante, intanto, di avere accusato i nostri ministeri di falsità nel verificare la sussistenza della scarsità di risorse cui l’articolo 12 della Bolkestein condiziona qualsiasi asta. Un esito scomodo per lor signori e molto scomodo anche per qualche burocrate Ue a cui si aggiunge, oggi, il vedersi cassata definitivamente la sentenza del Consiglio di Stato che era alla base di dannose normative nazionali ma anche, roba da non credere, del parere motivato sull’infrazione relativa ai balneari. Difendiamo le microimprese, il turismo, l’economia italiana".
Daniele Mannocchi