Versilia, 10 novembre 2024 – Il passaggio al Senato del decreto-infrazioni ha ridisegnato ancora una volta lo scenario in cui si muove il mondo balneare. Gli ultimi sviluppi: concessioni prorogate fino a settembre 2027 e, in caso di aste, indennizzi per i concessionari uscenti calcolati sul valore degli investimenti sostenuti negli ultimi cinque anni.
L’operazione è stata condotta dall’esecutivo per sanare un ampio ventaglio di possibilità che avrebbero potuto comportare procedure d’infrazione contro l’Italia da parte dell’Unione Europea. E se qualcuno ha incassato positivamente l’approvazione in Parlamento del decreto-infrazioni, ci sono categorie – prima fra tutti proprio i balneari – che si preparano alle barricate. E una certa frizione si è registrata anche in seno alla maggioranza: il deputato versiliese di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi, imprenditore e meloniano della prima ora, pur ribadendo la propria fiducia al governo, ha votato contro al provvedimento.
“Ci aspettavamo questo esito – ha spiegato il presidente dei balneari di Lido di Camaiore Marco Daddio – ma dobbiamo rimarcare che la legge è stata scritta male, evidentemente da qualcuno che non conosce il nostro territorio e le sue specificità”.
Quel che Daddio e i colleghi contestano all’esecutivo è di aver prodotto un testo unico valido per tutte le spiagge d’Italia, senza tenere conto delle caratteristiche peculiari di una costa come quella toscana e, più nello specifico, come quella apuo-versilese. “Le spiagge della Toscana, e in particolar modo la riviera della Versilia, hanno caratteristiche diverse dalla costiera amalfitana o dal litorale di Mondello – ha argomentato Daddio – e bisognerebbe tenerne di conto prima di svalutare le nostre imprese”.
Qualche dato: sui 633 chilometri di costa in Toscana (contando anche il perimetro delle sette isole), nel 2023 insistevano 917 imprese balneari (in aumento del 13,8 per cento rispetto al 2011; fonte: Mondo Balneare), circa metà delle quali concentrate nella sola Versilia, dove ogni estate vengono impiegati circa 4.300 lavoratori del mare, che salgono a 12 mila – su una popolazione di circa 160mila – se si tiene conto di tutto quel che ruota attorno al mondo del turismo balneare.
“La balneazione versiliese, oltre ad avere una sua unicità storica e culturale, si caratterizza per gli investimenti fatti nei decenni dagli operatori che hanno creato un modello vincente di turismo – entra nel dettaglio il presidente dei balneari camaioresi –; la nostra spiaggia non può essere assimilata a una scogliera. Non solo ci vogliono togliere quello che abbiamo realizzato, ma ci vogliono indennizzare calcolando quello che abbiamo investito negli anni della paralisi dovuta al Coronavirus. È un esproprio”.
Piscine, ristoranti, case estive: i balneari rischiano di perdere tutto e di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. C’è chi, magari enfatizzando un po’, ha già messo in preventivo di ridurre il proprio stabilimento a una Cartagine piuttosto che ’regalarlo’ al futuro concessionario senza ricevere nulla in cambio. La Regione Toscana aveva provato a intervenire con dei correttivi in questo senso: a luglio, è passata a larga maggioranza (con il voto positivo anche della Lega) la legge regionale sugli indennizzi, che tuttavia il governo ha impugnato, giudicandola incostituzionale.
“Quel che vorrei ribadire è che al di là delle antipatie contro la nostra categoria, resta il fatto che tutto ciò che abbiamo costruito sulle nostre imprese è frutto di regolari permessi, per i quali abbiamo anche pagato fior di oneri di urbanizzazione. Abbiamo investito in modo regolare, e ora rischiamo che ci portino via tutto. Senza contare che c’è chi ha la residenza allo stabilimento”.
Anche a livello amministrativo il provvedimento ha fatto storcere più di una bocca. Il dirigente del comune di Camaiore Michele Parenti ha pubblicato una lunga riflessione in cui, in sostanza, sostiene che “per le pubbliche amministrazioni sarà molto difficile seguire le procedure previste dal provvedimento approvato dal governo”, sottolineando, tra l’altro, che “i dirigenti e i funzionari comunali dovranno fare i conti, nella predisposizione degli atti di gara e nelle procedure di valutazione delle offerte, con una materia che si presenta molto articolata e complessa, con il rischio che proprio nella maggiore complessità possano trovare spazio i ricorsi e i contenziosi di vario genere”.