Viareggio, 3 aprile 2016 - «CARO Del Ghingaro, così offendi Camaiore e i camaioresi». Alessandro Del Dotto si sente offeso dall’attacco ricevuto sulla questione della balneazione e replica così: «I problemi di una città non si risolvono con la ricerca del conflitto personale e nemmeno con dei semplici no o autoreferenziali critiche tirate lì, tanto per battere un colpo. Attaccare Camaiore significa attaccare gente per bene, che sgobba e non si riconosce nella gestione allegra delle risorse pubbliche e nella svendita dei beni di tutti».
DEL DOTTO difende il proprio «cambio di rotta nella gestione del bene comune pur costellata della necessità di risolvere problemi annosi e mai sciolti a fondo prima: i controlli sui contratti e sui servizi, le convenzioni finanziarie sbilanciate, la seria gestione delle partecipate pubbliche, il recupero dei ritardi nella messa in sicurezza idrogeologica e la soluzione di problemi quarantennali, come la balneazione. Comprendo le difficoltà del collega: la condanna ricevuta dalla Corte dei Conti; la tensione alle stelle per il pendente processo al Tar sulla regolarità delle elezioni; il caos creato con la scelta di far fallire società pubbliche, la necessità di onorare i debiti con gli altri Comuni, dalla società della salute, al Cav e alla balneazione; l’incapacità di interpretare la voglia che la città ha di fare pulizia della vecchia politica; l’incapacità di sganciarsi dai patti politici, arrivando a gettare nel caos società come Sea e più in generale, l’impotenza nel far fronte a un mondo cambiato, di fronte al quale chi ha vecchie esperienze si trova spesso spiazzato e si sente inadeguato».
DUNQUE secondo Del Dotto la guida degli interventi per la balneazione nel 2015 fu data a Camaiore perché Viareggio iniziava a affonrare i problemi del dissesto: «Questo ruolo viene oggi confermato dalla Regione, che apprezza il nostro lavoro. Viareggio deve adeguarsi: la pena per essere così attaccabrighe è l’isolamento politico e istituzionale, che è tutto fuorché ciò che serve a Viareggio e alla sua gente; e non è quello che la Versilia auspica». È dal giugno 2015 che Del Dotto cerca, a suo dire, un dialogo con Del Ghingaro: «Quello che penso delle persone va in secondo piano rispetto al mio ruolo e ai doveri istituzionali. Il sindaco di Camaiore non si sceglie gli interlocutori, non sceglie con chi parlare e con chi no, dialoga con tutti ed è sempre pronto a mettersi in discussione. Se Viareggio vuol fare seriamente la sua parte, troverà in Camaiore un fedele alleato, come già accaduto con il sindaco Betti e poi con il commissario Romeo. Se invece decide di giocare sui campanilismi e sull’egocentrismo, offendendo i camaioresi, oltre a perdere ogni autorevolezza istituzionale, perderà soprattutto l’occasione di contribuire allo sviluppo proprio e della Versilia. Nonostante tutto e tutti, continuo ad essere pronto ad aiutare Viareggio e sono a fianco di chi intenda fare il bene della Versilia».