Viareggio, 14 novembre 2024 – Ha avuto fretta di nascere il piccolo Lucio. Di affacciarsi al mondo nel giorno in cui il mondo, vent’anni fa, ha perso un figlio. E il suo pianto, che alle 21.20 è suonato come un canto libero nel reparto di ostetricia del “Versilia“, ha riempito di vita proprio quel giorno in cui, vent’anni prima, si è aperto un vuoto. Lucio Maria Valenti è nato lo stesso giorno, il 12 novembre, in cui nel 2004 suo zio Matteo Valenti – che conoscerà attraverso i racconti di chi, oltre il tempo, non l’ha mai dimenticato – se n’è andato. Vittima, a 23 anni, di un incidente sul lavoro. Sì “Quel gran genio di bambino – come ha scritto accogliendo suo nipote la neo nonna Gloria Puccetti, parafrasando proprio Lucio Battisti che a casa Valenti da sempre è la colonna sonora – ha saputo cosa fare”. Per aggiustare il cuore, prigioniero di un dolore, della sua famiglia. Con quella sua, immensa, smania di vivere.
“Sarà un coincidenza, ma per me – racconta Giacomo Valenti, ancora stordito dalla notte insonne che ha segnato una nuova alba – è stata una magia. Stringere un figlio, vivere la più grande di gioia della mia vita, lo stesso giorno in cui, per vent’anni, mi sono sforzato di essere felice”. Giacomo, Jeky come lo chiamano gli amici, di anni ne aveva 17 quando perse suo fratello Matteo. E anche il migliore tra gli amici. Con cui è cresciuto cantando Lucio, giocando a calcio, sui campi, in giardino, sulla spiaggia, arruffandosi in cameretta, confidandosi i segreti e i sogni.
E quante cose, se lo avesse avuto vicino, gli avrebbe voluto raccontare dopo il primo appuntamento con Stefania, la ragazza di cui quattro anni fa Giacomo si è innamorato.
La dolce compagna che, oggi, “Mi ha regalato una famiglia di cui voglio prendermi cura, come lei si presa cura di me. E che – dice ancora Giacomo – voglio ringraziare pubblicamente, lo griderei al mondo se potessi farlo, per la forza che ha, e che ha dimostrato ancora in sala parto, e per il dono che mi ha fatto. Un figlio, diventare genitore, in un giorno come questo”. Anche la scelta del nome, Lucio, “è tutta merito di Stefania. Battisti è forsa la più grande passione che mi legava a Matteo, e che lega la nostra famiglia”.
All’ingresso di casa, Giacomo e Stefania, hanno appeso un quadro che uno dei migliori amici di Matteo, Fabrizio Ramacciotti, gli ha donato con alcune delle più belle frasi del cantautore. “Lei, guardandolo, mi ha detto “Ho io il nome del bambino: chiamiamolo Lucio“. Quando l’ho detto a mio padre (Lirio), lui mi ha guardato e si è messo a piangere”. E così tutti insieme hanno atteso per nove mesi Lucio Maria, che ha anticipato il suo arrivo di un paio di giorni. Sorprendendo tutti, “Come a chiudere un cerchio”.
Ed è difficile fare ordine dopo una giornata straordinaria: “Le emozioni sono così tante che faccio persino fatica a capirle” racconta Giacomo. Che di una cosa, però, è certo: “Matteo ci ha abituato a tutto questo. Ad esserci, in una forma che sembra magica. A farci meravigliare della vita, ad indicarci la strada per superare gli ostacoli”. E anche quando la distanza è sembrata incolmabile, “È successo qualcosa, un segnale, che ce lo ha fatto sempre sentire vicino. Perché mio fratello – fa un respiro profondo Giacomo – è una di quelle persone che fanno fatica a lasciare la terra in cui hanno abitato. La sua anima persiste”. E in una forma, che ha la sostanza di una carezza, “Lui in questi vent’anni in fondo ci è sempre stato”.
E per la famiglia Valenti ci sono sempre stati anche gli amici di Matteo, che per lui hanno costruito il Beach Stadium e il torneo di Beach Soccer che porta il suo nome. Che in questi anni hanno sostenuto sua madre Gloria e suo padre Lirio, e l’associazione che – controvento – ha cercato di educare i giovani alla cultura della prevenzione e della sicurezza sul lavoro. E che la sera del 12 novembre, mentre Lucio spingeva per venire al mondo, si sono ritrovati sul molo per ricordare Matteo nel giorno in cui se ne andava. Intorno a quella statua sul molo, opera di Libero Maggini, che tratteggia il profilo scanzonato di quell’eterno ragazzo. “Presi singolarmente avranno mille difetti – scherza Jeky – , ma tutti insieme sono gli amici migliori che si possono desiderare”.
Ora però è tempo di salutarci. Giacomo ha fretta di tornare da Stefania e di stringere Lucio tra le braccia. Di chiudere gli occhi, “E penso a te...”