
Carlo Gori
Viareggio, 29 dicembre 2019 - Martedì prossimo, con il groppo in gola, abbasserà per l’ultima volta la serranda del suo negozio. Carlo Gori, lo Sceriffo, lo storico parrucchiere di via Coppino 256 (di fianco a Tomei e al Cro Darsene) con l’ultimo giorno dell’anno porrà fine ad una carriera iniziata la bellezza di sessantacinque anni fa di cui ben cinquantanove proprio a quel domicilio.
Un fondo ricco di storia viareggina, intriso di profumo di mare e salmastro reso più leggero da lozioni e dopobarba. "Amo il mio lavoro – dice Carlo – ma con le ultime normative che entreranno a regime, vedi l’obbligo un nuovo registratore di cassa, il collegamento telematico con l’Agenzia delle Entrate e l’obbligo di dotarsi di un Pos, mi sono convinto".
La Darsena, che una volta contava ben dieci parrucchieri in pochi metri, perde quindi un nuovo pezzo. “Il quartiere – ricorda Carlo Gori – è cambiato. L’ho visto depauperarsi sotto ogni punto di vista. Quando iniziai, nonostante via Coppino non fosse stata ancora asfaltata, questa era la realtà più attiva della città. C’era commercio, c’era vita e c’era uno straordinario Carnevale rionale".
Di ricordi lo Sceriffo ne ha a bizzeffe: "Quando entrai a lavorare qui con Pallino (Paolo Barsotti) e con Poettino (Rodolfo Capecchi), che poi furono coloro che mi affibbiarono questo soprannome, lavoravamo anche di domenica. Questo era anche un posto di ritrovo per noi che avevamo creato il gruppo degli Amici di Gastone".
E con la città è cambiato anche il modo di fare barba e capelli. "Quando iniziai – specifica ancora – andavano i capelli all’italiana: rasati ai lati e corti sopra, poi arrivarono i capelloni e tutti se li lasciavano crescere. Adesso stiamo ritornando al taglio classico all’italiana, ma tutti i tagli vanno bene: bisogna però avere la mano ferma, esser padroni delle proprie forbici, armarsi di tanta pazienza e instaurare fiducia nel cliente di turno. Non è semplicissimo ed è per questo che i giovani si avvicinano poco a questa sorta di missione. Adesso – conclude – mi dedicherò a mia moglie Franca, ai miei figli Fabio e Mirko e al mio nipotino Marco e poi mi concentrerò sulla fotografia che mi appassiona tantissimo".
Sergio Iacopetti © RIPRODUZIONE RISERVATA