Tommaso Strambi
Cronaca

Barcellona, le case e il futuro di tutte le città

Centri storici anonimi e senza residenti o vivaci e pieni di attività?

Jaume Collboni

Jaume Collboni

Viareggio, 24 giugno 2024 – Le bizze del tempo non ci fanno ancora assaporare l’estate. Ma, da venerdì, siamo ufficialmente entrati nella bella (speriamo) stagione. Quella che Rolando Viani aspettava con trepidazione e, insieme a lui, tutti i viareggini, sin dal giorno in cui terminava; come ci ricorda nella raccolta di racconti dedicati ai ragazzi di spiaggia degli anni Cinquanta. Accadeva così, come un fulmine a ciel sereno. «Fu un giorno, cadde la pioggia all’improvviso e ci accorgemmo di aver perduto l’estate», scriveva con una grandissima punta di nostalgia il cugino del più noto Lorenzo Viani. «I bagnanti non c’erano più e potevamo sgonfiare i petti...».

Già l’estate. E con essa le “vacanze” e tutti i nodi gordiani mai risolti sul tema “casa” che dalle grandi metropoli si spostano alle città di provincia. Ieri, come un fulmine a ciel sereno, è stato il sindaco di Barcellona Jaume Collboni a sparigliare le carte. La città catalana «vieterà di affittare appartamenti ai turisti entro novembre del 2028», ha anticipato il primo cittadino spagnolo, spiegando che «abolirà le licenze attualmente in vigore per 10.101 appartamenti destinati ad essere affittati a breve termine». Detta così può sembrare un’esagerazione. In realtà, come ha subito rilanciato il presidente nazionale di Federalberghi, Bernabò Bocca, si tratta di una decisione epocale («ci vorrà del tempo ma almeno la Spagna si è mossa»). Il mercato degli affitti brevi, infatti, ha impattato enormemente sia in Europa che in Italia, dalle grandi città alle piccole località. Impossibile trovare appartamenti per locazioni lunghe con ricadute non sempre positive. I centri storici si svuotano di residenti, i negozi spariscono lasciando spazio alle ’’mangiatoie“ (luoghi anonimi per alimenti per lo più da taglio), strade e piazze una volta passata la fiumana dei ’’foresti’’ (o delle “locuste“) restano desolatamente vuote. Una metamorfosi che ha provocato lacerazioni anche sociali. Con anziani e giovani impossibilitati a trovare alloggi dignitosi se non a cifre fuori mercato per le loro pensioni o stipendi. Tutti costretti a misurarsi con un mercato “drogato“ delle locazioni. Un tema che riguarda da vicino anche Viareggio. Sia sul fronte del tema abitativo, che su quello del commercio (pensiamo ai tanti fondi vuoti che costellano i quartieri). Il sindaco Collboni ha preso tutti in contropiede, proprio all’inizio dell’estate, ma la sfida che lancia non è da sottovalutare. Forse è il momento di «scelte impopolari anche in Italia», osserva Bernabò Bocca. Ma alla lunga possono rivelarsi foriere di opportunità e di scelte positive per il bene del turismo ed anche di coloro che nelle città vivono. Che è poi questo il vero discrimine: luoghi anonimi o vivaci. E non è cosa da poco. La rendita fa sempre gola, ma se c’è la desertificazione quando arriva la pioggia poi non c’è più nessuno.