DANIELE MANNOCCHI
Cronaca

Battaglia sul dissesto. Coluccini: "Falsità su di me. E il Tar ha già sentenziato"

L’ex sindaco torna sullo stato dei conti dell’ente ereditato dalla giunta Mungai "La mia amministrazione ha risolto i problemi di cassa del nostro Comune".

L’ex sindaco di Massarosa e attuale consigliere d’opposizione Alberto Coluccini

L’ex sindaco di Massarosa e attuale consigliere d’opposizione Alberto Coluccini

"Le affermazioni dell’assessore Del Soldato sono tanto gravi quanto non veritiere". L’ex sindaco Alberto Coluccini, all’indomani dell’intervista de La Nazione all’assessore al bilancio in merito all’uscita dal dissesto, carte alla mano ricostruisce le varie tappe che hanno portato all’attuale situazione.

Coluccini, lei parla di affermazioni, al plurale. Quali?

"Partirei da qua: è grave che venga affermato che non c’è mai stato un contrasto tra l’amministrazione Mungai e la parte tecnica, Così come è grave dire che io avrei cacciato l’ex dirigente alle finanze Torti. Quando mi sono insediato, era già in organico a Pietrasanta e si occupava di Massarosa per mezza giornata a settimana. Mi dette la sua disponibilità, ma vista la gravità della situazione, mi parve opportuno avere un dirigente a tempo pieno a occuparsi del settore finanziario. Se Torti andò via, non fu certo per colpa mia. Semmai, c’erano stati forti contrasti con la giunta Mungai".

Di che tipo?

"A ottobre del 2017, la dirigente si lamentò con il sindaco perché, a suo dire, si era creato un clima rabbioso nei suoi confronti. Dalla risposta dell’ex primo cittadino, si capisce che l’attrito era scaturito dal fatto che la dirigente Torti, per salvaguardare gli equilibri di bilancio del nostro Comune, aveva proposto di avviare la procedura di predissesto".

La procedura di predissesto fu votata a luglio 2019, quando lei era già sindaco. Andava avviata prima?

"Basta leggere la sentenza del Tar sul ricorso presentato contro la delibera di dissesto del novembre 2019. Ricorso infondato, che quindi fu respinto. Nella sentenza, si dice chiaramente che il Collegio dei Revisori ha determinato come l’ente non sia ’riuscito a ripianare il disavanzo ordinario generato dalla gestione a partire dall’anno 2014’. E ancora, il Tar ha sentenziato che ’la situazione di crisi protrattasi a partire dal 2014 ha portato l’organo di revisione contabile a ritenere che il ritardo nella dichiarazione di dissesto avrebbe comportato un ulteriore aggravamento della situazione finanziaria e contabile dell’ente’. Inoltre, stante la situazione contabile al 2019, il tribunale ha messo nero su bianco che ’è evidente come il consiglio comunale non potesse che essere obbligato a dichiarare il dissesto, senza che sussistesse alcun ambito discrezionale per il reitero di precedenti procedure che erano risultate inefficaci’".

Quindi, secondo lei, non erano solo problemi di cassa?

"La cassa era solo una parte del problema, e l’ha risolto la mia amministrazione. Quando cambia un sindaco, si redige un verbale di verifica della cassa: quando mi sono insediato, c’era uno scoperto di 1,8 milioni. Eravamo in rosso. Ho lasciato con un saldo positivo di oltre 4 milioni, generando risparmi per centinaia di migliaia di euro sugli interessi passivi. La verità è che il dissesto c’era ed è stato causato dall’azione della giunta di centrosinistra; e il risanamento l’abbiamo fatto noi".