ENRICO SALVADORI
Cronaca

Bernardini il "visionario". Il mondo sul palcoscenico. Con le star e gli show in tv lanciò la Versilia glamour

I primati: il Festival della Canzone, il debutto della grande Mina, le dirette Rai. Scommise sul cachet stratosferico di Carosone e fece della Bussola un tempio.

Bernardini il "visionario". Il mondo sul palcoscenico. Con le star e gli show in tv lanciò la Versilia glamour

Bernardini il "visionario". Il mondo sul palcoscenico. Con le star e gli show in tv lanciò la Versilia glamour

Trent’anni senza Sergio Bernardini. Il geniale manager e uomo di spettacolo che fece grande la Versilia nel mondo si chiuse il 2 ottobre 1993 per i postumi di un incidente stradale, che pareva leggero, in autostrada vicino ad Asti. Sergio, con la moglie Bruna, andava a Torino al matrimonio del nipote Marco. Aveva 68 anni e ancora tante cose da dire e da fare dopo le mille idee realizzate. Tre su tutte: il Festival della canzone italiana, il boom della Bussola, l’idea di creare BussolaDomani primo studio di produzione fuori della Rai.

All’anagrafe era Antonio Bernardini, nato a Parigi il 7 maggio ‘25. Ma lui preferiva essere Sergio. Perché Parigi? Perché babbo Italo e mamma Virginia erano emigrati lì da Marginone, Altopascio. Italo giardiniere, Virginia tata a casa Lumière dove allattava i figli del padre del cinema. Prima della Seconda Guerra i Bernardini tornano in Italia, a Torino dove gestiscono un ristorante. Sergio a 18 anni si unisce ai partigiani, sfuggendo con il padre alla fucilazione dei nazisti.

Nell’immediato dopoguerra arriva a Viareggio carico di mille speranze e tanta voglia di lavorare, come fece rilanciando la Capannina del Marco Polo. In quel 1948 dell’attentato a Togliatti c’era comunque il desiderio di divertirsi e Sergio, capace e intraprendente, cavalca la tigre. Con le idee. Come quella partorita con Giancarlo Fusco e Aldo Valleroni del Festival della canzone italiana. Due edizioni, ‘48 e ‘49, un futuro di sviluppo certo. Ma l’Azienda di soggiorno toglie i finanziamenti per darli a un’esposizione canina. Pier Busseti del Casinò di Sanremo carpisce l’idea e nel 1951 Festival finisce nel lungo elenco delle cose inventate e perse da Viareggio. Allora Alpo Benelli gli propone di rilanciare offre Alpo Benelli. Rilanciare un locale delle Focette che stenta da 7 anni. Bernardini inventa la Bussola e per partire alla grande offre la cifra stratosferica di 170mila lire a sera a Renato Carosone: il 2 luglio 1955 è l’inizio di una cavalcata ricca di trionfi che si protrarrà sino al 1978. Da Focette passano tutti e ci vorrebbe una pagina di giornale per elencarli: Adriano Celentano, Fred Buscaglione, Peppino Di Capri, Alberto Sordi, Renato Rascel, Ornella Vanoni, Fabrizio De Andrè una piccolissima parte. Tra gli stranieri Marlene Dietrich, Ella Fitzgerald, Charles Aznavour, Gingers Rogers, Ray Charles, I Platters, Tom Jones, Chet Baker. Colombo Francesconi li immortala con le sue foto. Ed è alla Bussola che sboccia il fiore di Anna Maria Mazzini, diventata Baby Gate e infine Mina.

Mina era una cliente i suoi amici convincono Sergio a farla cantare a fine serata. Bernardini è folgorato, Mina diventerà la sua star alla Bussola e a BussolaDomani. Decine e decine di tutto esaurito, concerti live registrati, dirette Tv. Come quella prevista dalla Bussola il S.Silvestro del 1968 (con Shirley Bassey e Fred Bongusto). Ma la contestazione genera gli scontri sul lungomare versiliese che Sergio cercò fino all’ultimo di evitare. Bernardini nel 1976 capisce che i tempi stanno cambiando e per fare lo spettacolo che voleva lui ci vogliono spazi ampi. Fa erigere il tendone da 6.000 a Lido di Camaiore. L’epopea di Bussoladomani è breve ma vede mondiali (Jerry Lewis e Liza Minnelli non erano da poco), musica di ogni genere, balletto ma anche sport e arte. Un’altra sua scoperta è Renato Fiacchini e in lui Sergio crede ciecamente facendolo diventare il Renato Zero che ammiriamo anche oggi. Bernardini non sapeva che lo strepitoso live di Mina in una caldissima sera del 23 agosto 1978 (a farle da apripista Walter Chiari) sarebbe stato l’ultimo. La cantante chiude qui con i concerti, Bussoladomani continuò fino a gennaio 1984 quando una bestemmia in diretta di Leopoldo Mastelloni su Blitz (Rai2) ne decretò la fine.

Il manager farà tantissime altre produzioni di successo fino a quel 2 ottobre 1993. E tante idee aveva in testa anche se consapevole che l’intrattenimento aveva preso un’altra strada. Ci ha lasciato tanto anche se le istituzioni lo hanno dimenticato (a parte un’intitolazione stradale). A tenere viva la sua memoria trent’anni dopo i figli Mario e Guido che insieme a Luxe Vide, del gruppo Freemantle, in collaborazione con Rai Cinema e per la regia di Andrea Soldani (Simone Di Rita e Giuseppe Scarpa sono gli autori) hanno realizzato il docufilm “Mr Bussola, il collezionista di stelle”. E’ la storia dell’artefice dei miracoli Bussola e Bussoladoman raccontata da artisti, amici, parenti. Sarà presentato in anteprima sabato 21 ottobre al Festival del cinema di Roma. Mario Bernardini, manager e produttore di spettacolo, è raggiante per questo tributo del trentennale: “Mio padre aveva progetti, vedeva lontano con tenacia e competenza e anche se i tempi sono cambiati ha lasciato una lezione: se un’idea ti piace fai di tutto per realizzarla. Lui aveva il grande merito di coinvolgere e rendere partecipi del suo sogno anche gli artisti. Credeva in quello che faceva senza aver paura di rischiare. Questo emerge chiaramente dal docufilm ed era l’ora che venisse raccontata una storia bella, di un italiano vero che ha fatto grande il suo Paese. In fondo anche papà era un artista”.