Si era appena affacciato alla vita, che all’alba di martedì è scivolata via. Nel sonno. Quando il bambino, che avrebbe compiuto due mesi proprio ieri, è stato trovato esanime nella sua culla dagli operatori della casa famiglia di Viareggio che vegliavano sul piccolo. Immediata è scattata la richiesta di soccorso alla centrale del 118, che sul posto ha inviato l’automedica e un’ambulanza della Croce Verde. Con loro anche i carabinieri. I soccorritori hanno fatto ciò che era umanamente possibile fare, attraverso le tecniche di rianimazione; ma purtroppo tutto il possibile non è bastato per poter scrivere un’altra storia. Per garantire a quel bambino la possibilità di diventare grande. Un dolore profondo che ha scosso la comunità di Viareggio, che aveva accolto il piccolo, e quella di origine, che vive in una provincia vicina.
Non si esclude la possibilità che il bambino sia stato colpito dalla Sindrome della morte in culla, uno degli eventi più drammatici e, fino a oggi, inspiegabili che portano al decesso di neonati apparentemente sani e che in Italia, il Ministero della Salute, stima possa riguardare 250 nuovi casi all’anno. Ma per chiarire ogni dubbio il l magistrato di turno della Procura di Lucca, Elena Leone, ha aperto un’inchiesta. Dal tribunale verrà dunque incaricato un perito che procederà attraverso un’autopsia a stabilire cos’abbia determinato la morte del bambino. La stessa cosa faranno i suoi familiari, nominando un consulente di parte.
In quel rifugio, ad indirizzo segreto per tutelare la serenità dei piccoli ospiti, il bambino era arrivato su ordine del Tribunale dei Minori di Firenze dopo essere stato allontanato dai genitori in quanto risultato positivo alla cocaina per la tossicodipendenza della madre, originaria di Carrara.
Una storia complicata, purtroppo non isolata, che nella nascita del piccolo, in quella nuova vita, aveva "trovato una speranza" ha raccontato il legale dei genitori. Che proprio in quella luce, nella nascita di quella gioia, hanno trovato la forza per avviare un percorso di disintossicazione. E in virtù di questo impegno al bambino potevano far visita, lo hanno fatto anche nelle ore che hanno anticipato la tragedia. Così improvvisa, quanto ingiusta.